De Gregori: «De André? Parte del suo lavoro merito altrui»

De Gregori: «De André? Parte del suo lavoro merito altrui»

«Fabrizio De André si è circondato di collaborazioni, quindi ciò che è ascrivibile a lui non è la gran parte del suo lavoro». Così a Radiouno Rai, durante il programma Start, Francesco De Gregori (nella foto) ha tirato un siluro al cantautore genovese. Nessuno aveva mai osato tanto e De Gregori ha proseguito dando un colpo al cerchio ed uno alla botte. Prima ha definito De André «fondamentale per l’inizio del mio lavoro», poi, dopo la stoccata, ha sostenuto che « questo non gli toglie nulla perché se non avesse avuto quell’autorevolezza insita nelle sue corde vocali la musica italiana sarebbe molto, molto più povera». Quindi riprende a sparare: «Per me De André resta una grande voce narrante. Ma a volte si sentono dire cose iperboliche. Credo che questo non faccia bene né a lui né alla gente che deve capire e ascoltare. E credo non sarebbe piaciuto neanche a lui. Quando si dice “è stato il più grande poeta italiano del Novecento” ecco, mi sembra una esagerazione. La poesia è altro dalla canzone. Detto questo De André e De André».

E qui si ricollega all’inizio dell’intervista, dove rivolge un peana a Faber dicendo: «Credo che non avrei mai fatto questo mestiere se a 12 anni non mi fossi imbattuto in canzoni come Il testamento o La guerra di Piero. Poi il nostro rapporto si è modificato. Lui ha scritto cose molto belle, magari non tutte così fondamentali per me».

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