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De Gregorio: "Ho chiamato subito il ministro, è una vignetta di pessimo gusto"

Il direttore de l'Unità: "Dovevo controllare, mi è sfuggita"

De Gregorio: "Ho chiamato subito il ministro, è una vignetta di pessimo gusto"

Roma - «Da quella vignetta mi dissocio, senza se e senza ma». È netta e chiarissima, Concita De Gregorio. La direttrice de L’Unità non cerca scappatoie: si prende tutte le responsabilità per l’incidente («Toccava a me controllare») causato dall’inserto satirico «Emme», diretto da Sergio Staino, che esce allegato al suo giornale (e dunque sotto la responsabilità del direttore) anche se viene elaborato e realizzato in una redazione autonoma. Appena la polemica è esplosa, De Gregorio ha alzato il telefono e si è personalmente scusata con il ministro Renato Brunetta.

E lui come ha l’ha presa, direttrice?
«Benissimo, figurarsi: con Brunetta ho un ottimo rapporto, è una persona intelligente. Mi ha detto che non aveva dubbi sulle nostre intenzioni, ha capito immediatamente».

Capito cosa?
«Gli ho spiegato la verità, semplicemente: è mio compito controllare tutto quel che esce, ma in quel caso, e pur lavorando quindici ore al giorno, mi è sfuggito. Non ho visto tutte le vignette di «Emme», ed è un chiaro caso di omessa vigilanza. La verità è questa».

Comprensibilissimo che una vignetta su 15 di pagine di supplemento sfugga. E se la avessi vista?
«L’avrei fermata subito: quella vignetta è di un gusto terribile, nel quale non mi riconosco da nessun punto di vista. Io sono una persona mite, la cultura della violenza non mi appartiene da nessun punto di vista. Non sono aggressiva nella mia vita personale ma neppure nelle relazioni professionali o politiche, e chi mi conosce lo sa bene. Ma tutto questo potrebbe essere una valutazione soggettiva, la satira non è certo obbligata al buon gusto o al bon ton. Il problema delicato è che la sacrosanta libertà di satira deve finire dove comincia il diritto alla dignità e alla incolumità personale. Se la satira arriva a ledere questi diritti inviolabili bisogna fermarsi».

E quella vignetta oltrepassava i limiti?
«Sì, non era giustificabile. E infatti non ho avuto alcun dubbio a scusarmi immediatamente col ministro, e a chiedere a Sergio Staino di fare un comunicato pubblico. La presa di distanza dell’Unità non poteva essere più chiara di così: da quella vignetta mi dissocio totalmente. Mi è dispiaciuto moltissimo non essermene accorta prima. D’altronde l’allegato viene realizzato in un’altra sede, in una redazione autonoma, e il fascicolo mi arriva tutto insieme: l’ho guardato, ma alla fine qualcosa mi è sfuggito. Chiedo scusa, sinceramente, al ministro Brunetta.

E sia a lui che ai lettori dell’Unità e di «Emme» mi sento di garantire che una cosa del genere non succederà mai più».

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