da Napoli
Si chiama «bevacizumab» e rappresenta la nuova speranza per gli oltre 37 mila pazienti che ogni anno vengono colpiti da un tumore del colon in Italia. Da poco tempo è possibile acquistare questo farmaco anche nel nostro Paese. Si tratta di un medicinale antiangiogenetico, in grado di «affamare» il male che fa tremare il mondo, bloccando l'afflusso di sangue indispensabile alle cellule neoplastiche per alimentarsi.
Medicinali, prevenzione, problematiche legate a questa malattia, sono stati gli argomenti in discussione al VII congresso nazionale dell'Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).
Ma c'è anche un altro farmaco innovativo, il trastuzumab, per le pazienti affette da un tumore al seno metastatico. Tre studi clinici presentati all'ultimo congresso dell'American Society of Clinical Oncology, hanno dimostrato che questa molecola, in combinazione con altri chemioterapici, svolge un'azione importante già in fase adiuvante, per rafforzare con i farmaci l'effetto della chirurgia.
Anche l'ex ministro della Sanità, Francesco De Lorenzo, ha preso parte al congresso dell'Aiom. «Ho conosciuto il baratro della solitudine della diagnosi da tumore in qualità di malato, e mi sono reso conto di avere molti bisogni che la medicina da sola non può soddisfare» Il professore De Lorenzo testimonia in prima persona la necessità di una «presa di cura complessiva del malato».
Secondo un sondaggio condotto dall'Aimac in 21 centri italiani, il 90 per cento dei malati preferisce ricevere informazioni con mezzi audiovisivi. \
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