Il vero sconfitto è lui, Luigi De Magistris, un dilettante della politica che non regge il passo con una vecchia volpe come Tonino. Mentre l’ex Pm napoletano organizzava inutili conferenze stampa per dire che non era d’accordo, Di Pietro faceva passare l’appoggio all’indagato De Luca in Campania, con una standing ovation del congresso Idv. Una svolta epocale per Di Pietro, una sconfitta madornale per De Magistris, incapace di organizzare una resistenza interna o di evitare un epilogo intollerabile per molta base Idv.
Solo adesso si è svegliato De Magistris, dopo che Travaglio (suo sponsor) lo ha dipinto come un debole, e dopo che la colpa per l’accordo in Campania è stato in parte addebitato anche alla sua indecisione. Solo ora si è svegliato e prova a reagire: «Di Pietro si è assunto una responsabilità gravissima». «Se non c’è una linea chiara, se non c’è una politica netta, alle Regionali potrebbe rivelarsi verosimile una flessione dell’Idv rispetto risultato delle alle Europee», dice a Klaus Davi.
La risposta di Di Pietro è che, andando da soli, si sarebbe consegnata la Campania «al clan dei Casalesi» (ma gli risponde per il Pdl la Carfagna: «Con Caldoro cacceremo dalla regione clientelismo e malaffare»). Insomma uno scontro frontale, forse il primo, tra Di Pietro e De Magistris. Ma il caso De Luca non è l’unico motivo di delusione per l’ex Pm di Why Not.
Ce n’è un altro: Di Pietro lo aveva convinto a fare politica promettendogli un posto da vicepresidente del partito. Ma la promessa non si è mai realizzata, e De Magistris - dicono i suoi - non l’ha presa bene. Si sta accorgendo che si bara anche nel partito degli onesti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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