«La cosa che più mi fa impressione è lidea che Basilio Rizzo, che io ho visto come leader dellopposizione per 14 anni, ora sia nella maggioranza. Vederlo seduto alla presidenza del consiglio comunale, ecco, forse questa è la cosa che mi colpirà di più». Fabrizio De pasquale, classe 63, in realtà è un abitué del parlamentino milanese, dove è stato seduto per 13 anni, ricoprendo tre mandati, dai tempi di Albertini. Nonostante i 1399 voti però a maggio non ce lha fatta, o meglio per una manciata di voti è rimasto fuori. Ora entra al posto di Letizia Moratti, che due giorni fa ufficializzato le sue dimissioni. «Ancora non cè stata la surroga (latto ufficiale, ndr), non dico nulla». In prima battuta De Pasquale si trincera dietro la scaramanzia «Finché non cè la surroga si può cambiare idea» spiega. Poi il suo pensiero va allex sindaco, dalla sconfitta elettorale tra i bersagli preferiti del fuoco amico. «Voglio ringraziare Letizia Moratti perché è molto raro vedere chi occupa incarichi istituzionali che non riesce a onorare, lasciare il posto. Dimettendosi ha mostrato sensibilità e mi spiace vedere i miei colleghi di partito darle addosso, io penso che la storia giudicherà positivamente il suo operato, che io continuo a difendere». Sullo sfondo del discorso personale, le ragioni della politica: «Penso che sia demenziale dallopposizione attaccare loperato della scorsa amministrazione. Credo, a maggior ragione ora che sia opportuno far notare le differenze di impostazioni tra la attuale giunta e la giunta Moratti».
Ma le male lingue non fanno a meno di notare la gratitudine di De Pasquale per quel posto che finalmente è tornato suo. Proprio due giorni prima della lettera di dimissioni dellex sindaco, i giudici amministrativi hanno dichiarato il ricorso da lui promosso «immotivato». De Pasquale, rimasto fuori dallaula per un pugno di voti, infatti, ha fatto ricorso al Tar sostenendo di aver preso 6 preferenze in più del collega Armando Vagliati (invece eletto). Ma i giudici contabili hanno attribuito non 6 ma ben 9 voti in più a Vagliati. Ci ha pensato Letizia Moratti, a sua insaputa, a rendergli giustizia. Con buona pace di Vagliati che ha dovuto sborsare qualche migliaio di euro in avvocati.
De Pasquale andrà quindi a ingrossare le fila del Pdl, portando il numero dei consiglieri da 11 a 12 (Letizia Moratti faceva gruppo a sé). Non solo, la sua poltrona bilancerà gli equilibri interni al partito a favore dellala mantovaniana, elemento accolto con favore dagli uomini del coordinatore regionale, che comprende lo stesso Vagliati. De Pasquale avrà così occasione di porterà avanti le battaglie che avevano contraddistinto il suo operato nella maggioranza: lotta ai graffiti (ha fondato lAssociazione Nazionale anti-graffiti, di cui è presidente) e degrado urbano.
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