Una debuttante nell’atelier del grande artista

Prosegue con la mostra delle opere di Maria Grazia Pontorno la rassegna «Forme dell’immateriale»

Sabrina Vedovotto

Lo spazio è uno di quelli che ti mozzano il fiato. Un vecchio studio di artista, voluto dall’amministrazione Nathan a fine Ottocento e realizzato intorno agli anni Venti. Quando ancora si confidava nella ipotesi che, all’interno di complessi abitativi, anche popolari, vi dovessero essere studi per artisti, il piano terra dedicato agli scultori, le mansarde per i pittori.
Publio Morbiducci se ne aggiudicò uno. L’artista, esecutore del Bersagliere di Porta Pia, ha lavorato qui, per anni, fino alla sua morte, avvenuta quasi quarant’anni fa. Da qualche tempo la figlia Annamaria lo ha sistemato e ne ha fatto un luogo di cultura. Si fanno mostre e concerti. Lo spazio ha una suggestione incredibile, sembra quasi di essere fuori dal mondo, si respira un’aria del passato. Anche alcuni mobili presenti nello studio sono antichi, così come una vecchia radio, la scrivania.
Sul soppalco ci sono decine di bozzetti, di sculture, progetti poi diventati concrete statue.
Nella parte sottostante, lo spazio è dedicato alle mostre. Una rassegna di giovani artisti è in corso da qualche settimana, Forme dell’immateriale si intitola. Curata da Mario De Candia e da Claudio Pieroni, iniziata lo scorso 6 febbraio, proseguirà fino al 20 aprile.
Una serie di undici mostre, a cadenza settimanale. L’idea originale sta nel tentare di creare un dialogo ipotetico tra un’opera di Morbiducci, per l’esattezza un disegno e il lavoro di un giovane artista, pensato e creato possibilmente proprio in virtù di una idea comune, di un senso comune.
La mostra in corso è quella di Maria Grazia Pontorno, giovane artista che ha deciso di far dialogare le sue fotografie, con un disegno di Morbiducci. Un disegno atipico, un ritratto di una giovane fanciulla, realizzato nel 1944 durante la guerra.
La figlia dell’artista ha voluto realizzare questo progetto perché, guardando i disegni del padre, ha pensato di volerli far incontrare con un occhio, una lettura vergine. Così ha fatto la Pontorno, che ha avvicinato a questo disegno una serie di opere fotografiche. Sei fotografie nello spazio superiore e due in quello in basso. Ad eccezione di una, quella posta vicino al disegno stesso, in nessuna delle altre è visibile il volto, anche qui, di una giovane fanciulla. Il lavoro della giovane artista è da sempre racchiuso da un alone di delicatezza. Narra del passaggio dalla fanciullezza alla adolescenza, senza però corrompere il racconto del momento con sue digressioni. Prende semplicemente nota dei movimenti della giovane, fermandoli su fotografie che diventano espressioni di un momento di vita. La giovane si pettina i capelli, dando le spalle allo spettatore, semplicemente perché è una azione che normalmente si trova a fare.

Il delicato movimento dei capelli sembra essere scosso da un vento, che pare essere presente anche nella sala, dove le fotografie, poste in pregiate cornici, sono semplicemente poggiate dentro, così da dare anche loro, la sensazione di instabilità, quasi a seguire, ancora una volta, il movimento dei capelli.
Informazioni utili: Studio Morbiducci, via Bodoni 83. Telefono 06.5746285 www.studiomorbiducci.it.

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