Debutto tra i misteri dell’astrofisica

Al centro della rassegna la figura dello scienziato

Igor Principe

Necessità di sapere scientifico, opportunità di divulgarlo, capacità di attrarre lo sguardo dell'opinione pubblica sul rapporto tra scienza e società. Tutte le volte in cui si è presentata al pubblico «Vedere la scienza» non si è mancato di trattare quei temi. A maggior ragione, non possiamo permetterci di trascurarli oggi, nel momento in cui la rassegna di film e documentari scientifici arriva alla sua decima edizione. Perché non si tratta, com'è ovvio, di ripetersi, ma di certificare l'importanza di certe questioni e di ribadirla considerando che questa rassegna le ripropone dal 1997 a un pubblico sempre più ampio. Vuol dire, insomma, che si continua ad avvertirne l'urgenza.
Nulla è cambiato nella forma della manifestazione. Il luogo in cui si tiene è sempre lo Spazio Oberdan; gli enti promotori gli stessi (il centro per la divulgazione della cultura scientifica Conscientia, la Fondazione cineteca italiana, la Provincia di Milano), il tempo di programmazione anche (una settimana, dal 3 al 9 aprile). Quel che cambia, quest'anno, è la sostanza.
Caratterizzata di solito da un tema forte - nella precedente edizione era il centenario dell'«annus mirabilis» di Albert Einstein, quel 1905 in cui lo scienziato gettò i fondamenti della fisica del XX secolo -, la rassegna di quest'anno scarta da quel binario per parlare, più in generale, della figura dello scienziato nelle diverse rappresentazioni che ne ha fatto il cinema e per ritornare su alcuni momenti delle passate edizioni, segnando i passi principali della sua crescita.
«Il pubblico cui ci rivolgiamo ha una fisionomia consolidata, a cavallo tra la cinefilia e l'attenzione ai temi scientifici - dice Antonella Testa, che è tra gli organizzatori - Ecco perché anche quest'anno oscilleremo tra registi che hanno fatto la storia del cinema, come Rossellini, Montaldo, Tarkovskij, rarità per appassionati come il "Galileo" di Losey e documentari ad alto tasso di rigore scientifico. Senza dimenticarci degli studenti: alle scuole, infatti, sono riservati gli appuntamenti del mattino e del primo pomeriggio».
La mattina dell'inaugurazione (domani alle 9.30) è però aperta a tutti. Giovanni Bignami (presidente dello «Space Sciente Advisory Comittee» all'Agenzia Spaziale Europea) e Amalia Ercoli Finzi (ordinario al Politecnico, dipartimento di Ingegneria Aerospaziale) parleranno dello stato attuale della ricerca in astrofisica, delineandone le nuove frontiere con l'aiuto del giornalista e divulgatore scientifico Luigi Bignami.
Quindi seguirà la proiezione del documentario britannico «Hubble», quindici anni di scoperte, che racconterà la storia di un telescopio prossimo alla pensione dopo essere stato più che prezioso nella crescita del sapere su pianeti, stelle e universo.
Il programma prevede quarantaquattro proiezioni (per consultarlo: www.brera.unimi.it/film), tutte a ingresso gratuito. Tra quelle dedicate al pubblico generico, da segnalare il citato «Galileo» di Joseph Losey (1975), tratto da quel capolavoro teatrale contemporaneo che è la Vita dello scienziato scritta da Bertolt Brecht (martedì alle 21.30).
«Cartesius», di Roberto Rossellini (1974) e «Giordano Bruno» di Giuliano Montaldo (1973) sono altri due momenti in cui si starà sulle biografie dei grandi della scienza e del pensiero.

«Enigma» (2001) racconterà invece la storia di quella che, dietro le sembianze di una macchina da scrivere, era una formidabile macchina per decrittare i codici segreti. L'avevano i nazisti, gli americani gliela sottrassero. E la guerra cambiò rotta.

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