Il clima di preoccupazione per i conti in rosso della sanità nel Lazio è destinato ad aggravarsi perché, come al solito, le conseguenze negative dellinasprimento fiscale ricadranno sulle imprese regionali e sui contribuenti. È quanto sottolinea il neopresidente della commissione Industria, commercio e turismo del Senato Cesare Cursi (Pdl) a proposito della anticipazioni che confermano il ricorso (a questo punto inevitabile) allaumento delle tasse regionali.
«Non capisco davvero - dice Cursi - quali siano i motivi per rallegrarsi da parte dellamministrazione del Lazio... Infatti, anche se saranno certificate da parte dei tecnici ministeriali le maggiori entrate fiscali a favore della Regione, la giunta Marrazzo non potrà vantare alcun merito neppure stavolta visto che leventuale pareggio di bilancio non si raggiungerebbe con nessuna delle soluzioni proposte dallesecutivo regionale, ma esclusivamente con il maggior carico fiscale che sopportano i cittadini e, soprattutto, le imprese, con laliquota Irap (5,2 per mille) più alta dItalia». «Peraltro - fa notare ancora Cursi - i dati diffusi continuano a essere falsi perchè il disavanzo reale di gestione è pari a circa 1,7 miliardi di euro lanno anche per il 2008, a prescindere dalle forme di copertura che verranno previste. Ecco perchè ho intenzione - conclude il presidente della commissione Industria di palazzo Madama - di convocare un tavolo di confronto con le associazioni produttive laziali per verificare il peso delleccessiva pressione fiscale sullo sviluppo delle aziende che, in questo modo, sono penalizzate e svantaggiate rispetto alle imprese concorrenti situate in altre regioni».
Dal canto suo il capogruppo dei socialisti riformisti alla Regione Donato Robilotta, rincara la dose: «Il problema della sanità del Lazio non sta nella sostituzione dellassessore Battaglia, per dare un segnale di discontinuità al nuovo governo, come si vocifera da più giorni nei corridoi della Pisana, bensì in una coalizione così larga e frastagliata che impedisce qualsiasi ipotesi di riforme strutturali in grado di abbassare la spesa sanitaria. Tanto è vero che il piano di rientro sottoscritto da Marrazzo con il governo Prodi si è rivelato fuffa, ed è servito solo ad avere più finanziamenti dal governo Prodi perché non è stato applicato. Non a caso Marrazzo e la sua maggioranza decisero di approvarlo solo in giunta e non in consiglio, proprio perché non avesse forza di legge ma fosse solo un manifesto di intenti da non attuare. Non capisco lottimismo di Marrazzo sui conti e le lacrime sui tagli».
«Non è stato tagliato nessun posto letto - continua il capogruppo socialista - neanche un ospedale riconvertito, e il Lazio, come dimostra anche lultima indagine della Cisl, continua ad avere il più alto numero di addetti per posti letto.
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