Delitto dell’avvocato, si cerca una traccia dalle ricevute

Verifiche sul telepass, spese con bancomat e carte di credito, telefonate e mail fatte e ricevute, analisi del computer. È il paziente lavoro che stanno svolgendo i carabinieri di Monza per ricostruire fin nei minimi particolari la vita, gli spostamenti e le relazioni di Pasquale Maglione, 56 anni, freddato venerdì sera sotto la sua abitazione di via Garibaldi a Rodano. Poco o nulla è infatti arrivato dall’interrogatorio con famigliari, parenti o amici: la vittima non aveva mai confidato a nessuno timori per la sua vita. Dunque nessun punto di partenza certo per sviluppare le indagini. Anche se non si escludono a priori vicende strettamente personali, rimane privilegiata la pista dei rapporti professionali. Avvocato originario di Benevento, Maglione aveva svolto la professione fino al 1998 in Campania, dove sono rimasti moglie e due figli, prima di trasferirsi in Lombardia ed entrare nel campo delle consulenze aziendali. Si occupava in particolare del recupero crediti e dei rapporti con le cooperative di servizi. Due mondi pieni di ombre, dove spesso si muovono personaggi privi di scrupoli, se non proprio la malavita organizzata. Maglione avrebbe dunque pestato i piedi a qualche personaggio estremamente pericoloso, forse senza nemmeno averlo ben capito. Un mandante ben inserito nel mondo criminale, come dimostra disponibilità di killer che hanno poi dimostrato tutta la loro professionalità nelle modalità con cui hanno portato il contratto.

In sella a una moto non hanno affiancato la vittima a un semaforo ma l’hanno atteso in un punto preciso da cui non poteva scappare. Abili nel maneggio delle armi non si sono neppure fermati, ma hanno sparato in movimento. Usando infine una calibro 7.65, probabilmente una Beretta, forse la più diffusa e anonima pistola in Italia.

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