
Sceglie la Messa crismale, quando tutti i sacerdoti sono riuniti in Duomo, per parlare della propria amarezza per le vicende di abusi che hanno colpito la Diocesi. «La nostra Chiesa è ferita, il nostro presbiterio è ferito» dice l'arcivescovo Mario Delpini nell'omelia. E mostra incredulità per il fatto che, nonostante esistano linee guida e prontuari e sostegni per le situazioni scandalose, alcuni tra i membri del clero se ne disinteressino e continuino a commettere delitti a sfondo sessuale e non solo: «Come può essere che si siano di quelli che snobbano le proposte, le verifiche, gli inviti a conversione?».
Il vescovo insiste: «Il comportamento scandaloso di alcuni di noi preti diventa una ferita per tutto il presbiterio, e tutti ne siamo umiliati e in qualche modo avvertiamo che è incrinata la fiducia verso tutti noi». Ancora: «L'abuso commesso da uno di noi preti è una ferita inguaribile in chi ne è vittima, perché è la smentita e la frantumazione di una fiducia che è diventata confidenza, condivisione, apertura all'intimità più profonda». Comprende la reazione delle persone, che a volte si allontanano dalla Chiesa: «Ci sono ragioni perché in questo contesto la gente sia incline alla sfiducia, allo scetticismo, alla reazione scandalizzata».
C'è una sorta di incredulità per ciò che accade e, nonostante tutto, continua ad accadere: «Continuiamo a chiederci come sia possibile che uomini consacrati per portare il lieto annuncio della salvezza, diventino motivo di scandalo e diventino un argomento per screditare la Chiesa. Continuiamo a restare scandalizzati dalla leggerezza, dalla faciloneria che si autogiustifica, dalla mancanza di percezione del male che si compie verso persone che hanno dato fiducia, verso i confratelli e verso la Chiesa intera».
Anche se non tutti coloro che vengono accusati risultano poi colpevoli, Delpini rileva come la ferita rimanga aperta: «Continuiamo a prendere coscienza che il prete colpevole o anche semplicemente accusato di un abuso o di un comportamento inappropriato è segnato per tutta la vita».
Una consolazione è nei tanti sacerdoti che operano per il bene e che anzi continuano ad adirarsi davanti al male.
«Non siamo perfetti e nessuno è sottratto alla tentazione - sottolinea - ma voi, preti e diaconi, siete un motivo per avere fiducia, perché vi sdegnate per gli scandali, vi arrabbiate per il discredito che ci ferisce, ma avete una riserva inesauribile di generosità, di compassione, di creatività».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.