Non ha voluto far mancare il suo contributo alle celebrazioni per il 213° anniversario del Tricolore. E così ieri mattina, nella piazza Prampolini di Reggio Emilia, tra i reparti militari schierati e la tribuna delle autorità, che nelloccasione ospitava il vicepresidente del Senato Renato Schifani, cera anche Beppe Grillo e un gruppetto di «grillini». E mentre gli accoliti del comico genovese inscenavano dietro le transenne con bandiere e cartelli una contestazione per chiedere conto della proposta di legge da loro presentata - che prevede lesclusione dei condannati dal Parlamento e la reintroduzione del voto di preferenza - Grillo approfittava della ribalta per attaccare direttamente con la seconda carica dello Stato. La «colpa» di Schifani, quella di aver proposto a Grillo, in quanto primo firmatario della proposta di legge di iniziativa popolare, un incontro privato per discutere delliter del ddl, ma di non aver poi acconsentito che il comico portasse con sé a Palazzo Madama una webcam per riprendere e mandare in diretta su internet lincontro.
«Una modalità che non ho condiviso» ha confermato poi il presidente del Senato. Lincontro così è saltato. Poco male per Grillo, che ha preso spunto dallepisodio per il suo show davanti a taccuini e microfoni: «Qui cè un concetto di base - ha dichiarato Grillo - il voto di rappresentanza, che mi consente di scegliere un rappresentante in Parlamento e che è alla base della democrazia, non cè stato. Quindi, questo è un governo abusivo e anticostituzionale: abbiamo firmato in 350mila per mandare via i condannati di due legislature e per dare il voto di preferenza». Il mattatore ha poi sottolineato, tornando sull«affaire webcam», come l«allergia alle tecnologie» dei politici italiani lo fa essere «fiducioso in un crollo di questa generazione, questa gente è fuori dalla storia, non accettano il confronto, Schifani è scappato, perché ha paura. Il presidente del Senato ha però assicurato che solleciterà la commissione perché completi liter».
La performance di Grillo ha rischiato però di essere offuscata da quella inscenata contemporaneamente dal vicesindaco dellIdv di Reggio, Liana Barbati, che dopo lalzabandiera ha platealmente voltato le spalle a Schifani, rifiutandosi di sentire il suo intervento e causando parecchio imbarazzo a Graziano Delrio, primo cittadino Pd. Peggio per lei: avrebbe sentito il presidente del Senato rilanciare lappello al dialogo per le riforme costituzionali.
Ultimo dettaglio: chi è andata a salutare calorosamente la Barbati poco prima di inscenare il suo indignato «voltar di spalle»? Ma certo, Beppe Grillo.
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