Cè da scommetterci: anche la sanatoria che sbarcherà a fine mese (quella sul decreto flussi) sarà accompagnata da proteste e striscioni. Qualche immigrato si piazzerà sulla solita gru oppure su qualche tetto per protestare contro lingiustizia. Che, secondo la loro interpretazione, significa: lo Stato deve regolarizzarmi a tutti i costi, anche se sono clandestino e anche se ho in mano un ordine di doppia espulsione. A scatenare la precedente protesta di massa era stata la sanatoria di colf e badanti che in molti avevano considerato una via di fuga dalla clandestinità nonostante avessero già in mano il foglio di via e fossero stati «pizzicati» una seconda volta senza documenti. Il governo aveva detto di no, e subito le associazioni degli immigrati hanno bollato il provvedimento come «sanatoria truffa».
Da che pulpito: intanto migliaia di clandestini hanno fatto carte false per trasformarsi da muratori in badanti e hanno regalato migliaia di euro a personaggi senza scrupoli che dopo aver intascato i soldi li hanno abbandonati al loro destino. È la legge della disperazione, ovvio, che induce questa gente a trovare ogni scappatoia pur di restare. Ma si può diventare regolare e poi un giorno anche cittadino italiano, violando o aggirando la legge? Quanti sono i clandestini che hanno frodato o aggirato la legge pur di restare in Italia? Tanti, tantissimi.
Basta scorrere i casi di cronaca locale per capire che gli irregolari hanno fatto carte false, anzi, se le sono fatte fare, pur di non essere rimpatriati. Un dato per tutti, su Roma. «Su 32.000 richieste di assunzioni grazie alla sanatoria - spiega Maurizio Improta, responsabile dellUfficio immigrazione - 23 mila sono state chiuse, 2500 sono risultate truffe palesi e le altre sono sotto esame». In sostanza 9000 domande «puzzano» e questo significa che quasi una dichiarazione su tre è falsa. Ma anche quelli che dormono sonni tranquilli con il permesso di soggiorno in tasca non sono veri badanti o uomini delle pulizie. «Tutti i venditori di Piazza Navona e i lavavetri, per la legge sono stati regolarizzati spacciandosi per colf», commenta Improta. Ma a loro è andata bene. Per gli sfortunati, il tentativo di regolarizzarsi è stato un boomerang. Hanno pagato fino a 7-8mila euro ma non sono riusciti ad ingannarci». Disperati e furbastri che sono stati al gioco di organizzazioni senza scrupoli, avvocati radiati dallalbo e finte agenzie di servizi che si sono inventati datori di lavoro deceduti.
Ma anche gli stranieri hanno imparato a spillare soldi ai propri connazionali. A Milano, un pakistano che lavorava in un negozio di telefonia, clonava i nomi dei clienti e li inseriva abusivamente nel cervellone del Viminale per regolarizzare amici, parenti e conoscenti. E guadagnava su ogni straniero circa 5 mila euro. Mohamed, titolare di una cooperativa e residente in un monolocale di 30 metri quadrati, ha chiesto invece di assumere 59 domestici e una badante. A Padova si è scoperto che il 90% delle domande di permesso di soggiorno per colf o badanti proveniva da datori di lavoro extracomunitari regolari. Così i senegalesi assumevano i propri connazionali clandestini; i cinesi i propri. La tariffa si aggirava intorno ai seimila euro. E su 180 pratiche per badanti solo 34 sono risultate vere.
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