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Dal deposito salta fuori Mantegna (forse)

Tutto merito dell'occhio di Andrea Bellieni, responsabile e conservatore del Museo Correr di Venezia

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Tutto merito dell'occhio di Andrea Bellieni, responsabile e conservatore del Museo Correr di Venezia, se oggi possiamo dire che sul dipinto della Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante, a lungo in deposito nel museo, si scorge l'impronta del Mantegna. Potrebbe infatti essere un'opera della sua bottega o addirittura di sua mano: «Nessuno aveva badato fino ad oggi a questo quadretto incompiuto e di dimensioni modeste: sotto le tante ripitture scorgevo però della qualità pittorica che meritava di essere indagata. Abbiamo fatto i primi rilievi e i risultati sono stati promettenti», spiega Bellieni. Anche questa volta (era già successo in passato per tre lavori poi attribuiti a Vittore Carpaccio), il Correr ha scoperto di avere in casa un nuovo tesoro: «Non vogliamo sbilanciarci, possiamo tuttavia dire con certezza che l'opera esce dall'atelier di Andrea Mantegna e che per struttura, composizione e iconografia, è molto simile al Mantegna di Boston», afferma Bellieni. Questa singolare scena sacra tutta al femminile, che pare quasi un ritrovo bucolico, è infatti identica a quella di un dipinto oggi conservato nell'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, ufficialmente attribuito al grande pittore poiché appartenuto in passato alle collezioni mantovane dei Gonzaga (anzi di più: il dipinto fu eseguito dal Mantegna proprio su committenza della loro corte negli anni finali del Quattrocento). Le due opere sono della stessa mano? «Questa è una storia il cui lieto fine potrebbe restituire alla città un prezioso dipinto», ha detto per ora Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, che comprende undici musei, tra cui il Correr. Grazie al sostegno della Fondazione Ghirardi, che ha finanziato il lungo restauro, è emersa la raffinata qualità esecutiva, evidente nei chiaroscuri impreziositi con oro zecchino, dell'opera. Inoltre, si è visto che il disegno rilevabile sotto al colore delinea un tracciato coincidente con il dipinto di Boston. L'ipotesi è che i due dipinti siano figli di uno stesso cartone, forato per trasferire con il metodo a spolvero i punti guida del disegno sulle due tavole. Nel corso del 2024 l'opera sarà al centro di ulteriori studi: restano tanti punti da chiarire.

Perché un dipinto così accurato è stato abbandonato a un passo dal termine? E ancora: ammesso che la committenza, come nel caso del dipinto di Boston, fosse una dama dei Gonzaga, perché farne due copie identiche? E, non meno importante: come ha fatto quest'opera a finire nelle mani dell'insaziabile collezionista Teodoro Correr tra Sette e Ottocento? Su questa deliziosa Madonna dei segreti c'è ancora molto da scoprire.

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