Un rito della democrazia americana, sacro. Quando il presidente parla a Camere riunite, tutti lo ascoltano educatamente, senza intemperanze, applaudendo per esprimere approvazione, tacendo per palesare il dissenso. Perché il presidente prima ancora che un uomo politico, è il Comandante in capo di tutti i cittadini e perché lAmerica è molto più formale nel rispetto del galateo istituzionale di quanto noi europei crediamo. Eppure un deputato repubblicano della Carolina del Sud, Joe Wilson, ha osato linimmaginabile, urlando a metà del discorso di mercoledì notte: «Lei mente». Obama non si è scomposto, si è voltato verso di lui, ha risposto: «Questo è falso», e ha continuato a parlare. Ma i presenti non hanno gradito.
In aula si è sentito un «oh» sommesso di disapprovazione, lo speaker Nancy Pelosi ha abbassato il capo scuotendo la testa, gli stessi repubblicani si sono distanziati. Wilson poi si è scusato. Troppo tardi. La stampa non lha perdonato, criticandolo pesantemente, e nemmeno Obama, che si è rifiutato di parlargli. Perché la forma, talvolta, è anche sostanza.MF
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