È derby, ma dei dispetti Galliani chiama Balotelli Moratti: «Kakà? Un’idea»

Che derby, ragazzi. A Milano, negli ultimi anni, sembrava sepolto sotto la supremazia vistosa dell’Inter ed invece è risorto all’improvviso, più vivo che mai, grazie ai fuochi d’artificio (leggi Ibrahimovic e Robinho) del calcio-mercato riservati da Silvio Berlusconi al popolo dei suoi tifosi. Peccato solo che Massimo Moratti e il suo staff si siano fatti sorprendere dal colpo di coda milanista, altrimenti la risposta interista sarebbe arrivata a stretto giro di annuncio. Adesso bisognerà attendere la sezione invernale di gennaio del calcio-mercato per prendere nota del duello che ha già stregato le rispettive tifoserie. Basta dare un’occhiata alla sottoscrizione dei mini-abbonamenti di Champions (per le tre partite del girone d’apertura) e cogliere la conferma solenne. Ieri quelli del Milan han tagliato il traguardo dei 40 mila festeggiato sul sito rossonero con apposita notizia.
«Non so quanti saranno alla fine, il numero è già clamoroso, l’idillio che aveva contraddistinto il rapporto di Berlusconi coi suoi tifosi, è tornato, l’estate burrascosa del 2009 è dimenticata» la riflessione di Adriano Galliani. Gongolante non tanto per l’incasso che pure non dispiace ma per l’entusiasmo che ha preso a contagiare il pianeta Milan. In attesa della prossima sfida sul prato di San Siro, sistemata dal calendario all’altezza di domenica 14 novembre, il derby a Milano può decollare anche grazie al mercato che verrà, immaginato e discusso più che preparato, persino suggerito dagli stessi giornali che fanno il loro mestiere. Come è successo, per esempio, con lo scenario fantasticato dal Corriere dello Sport a proposito di un possibile interesse interista per le sorti di Kakà, finito nel cono d’ombra del Real Madrid a causa del recente infortunio e per lo scarso credito riscosso presso Mourinho.
«Potrebbe essere una buona idea ma non è venuta a noi, l’ho letta sul giornale» così Massimo Moratti, quasi divertito dalla trovata, ha strizzato l’occhio al futuro. Chi volesse scommettere in materia lo faccia al più presto: il petroliere ha una voglia matta di rendere pan per focaccia al Milan che ha rimpatriato Zlatan Ibrahimovic, il profeta dei primi scudetti nerazzurri, distribuiti tra Mancini e Mourinho. «Non lo so, non lo so, nessun commento» ha invece masticato amaro Adriano Galliani che potrebbe perdere il sonno e prendere a martellate il fegato se un giorno dovesse assistere allo spettacolo di Kakà vestito con i colori interisti.
Stesso clima di puntigliose risposte, con le parti ribaltate, appena l’argomento è diventato Mario Balotelli, appena trasferito al Manchester City per una barca di milioni offerti dallo sceicco del Dubai. Adriano Galliani ha giocato a carte scoperte, divertendosi a richiedere notizie sul procuratore del giovanotto («É Raiola? Non lo sapevo...») e a definire lo scenario in modo schietto. «Sì, mi piacerebbe Balotelli al Milan» la frase che è qualcosa di più di una semplice ammissione. Forse è il piano segreto, approntato qualche mese fa, venuto allo scoperto. Già perchè dalle parti di via Turati non hanno mai nascosto la simpatia verso quel ragazzone che parla dialetto bresciano e rovina auto di grossa cilindrata. Lui, Mario, in passato fu pronto nell’indossare la maglia rossonera in un bar di Milano, con le telecamere di Striscia in agguato. Galliani l’ha confidato a Raiola, Silvio Berlusconi e suo figlio Pier Silvio l’hanno ripetuto in pubblico: «Quel Balotelli starebbe bene nel Milan». E d’altro canto, prima o poi, Mario tornerà dall’Inghilterra. Il passaggio diretto, dall’Inter al Milan, non è più possibile dopo i precedenti virtuosi (Pirlo, Seedorf, Simic) e qualche buco nell’acqua (Vieri): è necessario passare dall’estero. Così al Galliani gongolante, ha risposto un Moratti malmostoso su Balotelli rossonero: «Oggi si può fare tutto».


Già perchè anche la storiella della clausola che impedirebbe lo sbarco di Mario in rossonero è stata ridotta in coriandoli dagli esperti. É scritto in modo chiaro nei regolamenti: è impossibile limitare la libertà di trasferimento a un calciatore. E quindi? Kakà (all’Inter) e Balotelli (al Milan) fa 1 a 1. Il derby di Milano può riprendere quota.

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