Milanello - Caro Zambrotta, com’è finito il suo litigio con Dunga, martedì sera a Londra?
«Ho fatto fallo su Marcelo, lui ha cominciato a inveire, gli ho replicato di stare calmo: tutto lì».
Lippi sostiene che l’Italia s’è fatta intimorire dall’alone del Brasile: condivide?
«All’intervallo eravamo tutti d’accordo: abbiamo giocato con poca personalità e senza grinta. E non è stata solo una questione di età o di esperienza. Giuseppe Rossi, per esempio, non ha patito il confronto».
Forse è il caso di arrendersi alla bravura del Brasile...
«Io invece penso che sia possibile replicare la magia del 2006, basta avere il tempo necessario a disposizione per ricreare il clima giusto e preparare le sfide nei dettagli».
Che Ronaldinho ha trovato dall’altra parte?
«Ottima prova, la sua. Non è ancora al top, ma ricordo che nel girone d’andata è stato lui a farci fare il salto di qualità».
Ma quando vedremo, se lo vedremo mai, il Ronaldinho travolgente di Barcellona?
«In Spagna il calcio è meno tattico, più libero. Da noi lo studiano, cercano di ingabbiarlo».
Ma come si ritrova a passare da salvatore della patria a riserva del Milan?
«Lo trovo allegro, reattivo, per niente polemico quando è finito in panchina. Io credo e spero che ci faccia rivincere il derby, come è accaduto all’andata».
Passiamo a lei, caro Zambrotta: qui al Milan è arrivato circondato da cento perplessità. Tutto superato?
«Non è la prima volta che mi succede e non mi scandalizzo, perciò. Solo i giornalisti italiani possono pensare che un calciatore a 31 anni abbia finito la birra. Se così fosse dovremmo chiudere bottega. Sono partito male e un motivo c’è, semplicissimo».
Quale, scusi?
«Arrivavo da due anni di calcio spagnolo e di Barcellona dove resistono metodi di lavoro completamente diversi: molta palla e poca atletica. Ho sofferto per rimettermi in carreggiata ma è bello rispondere sul campo, come sto facendo ora».
A proposito di Barcellona: che differenza c’è tra Rijkaard e Ancelotti?
«Quasi nessuna. Hanno l’anima del calciatore, sono portati a capire».
Se l’aspettava l’ostile accoglienza a Torino dei tifosi della Juve?
«Mettiamola così: fa parte del gioco».
Cosa ha pensato quando ha sentito e visto quelli dell’Inter cantare «noi vinciamo senza rubare»?
«Mi veniva da ridere. E mi viene ancora più da ridere quando sento qualche mio collega sostenere che sente suo lo scudetto vinto a tavolino».
Proviamo a sintetizzare la differenza tra Inter e Milan: loro 16 gol presi, il Milan 23 subiti. Cosa dice a sua discolpa?
«Che il nostro limite non è qualche gol in più preso: siamo una squadra che privilegia il gioco d’attacco, a volte ci scopriamo troppo, è vero. Ma il guaio peggiore è la gestione dei finali di alcune partite. Penso ai punti persi contro Lecce, Torino, Reggina e Genoa».
Come si evita tutto ciò?
«Non bisogna arretrare e farsi assalire come a Fort Apache, bisogna far girare la palla».
Perché il Milan di Ancelotti non riesce a essere cinico come la Juve di Capello?
«Dal 2004 qui non si vince lo scudetto: è un ritardo eccessivo, per il Milan. Manca la continuità rispetto alla Champions League: in coppa puoi preparare le sfide, in campionato devi stare al passo tutte le settimane».
Più forte Ibrahimovic o Kakà?
«Io prendo sempre Kakà per la mia squadra».
Ibra continua a reclamare un premio al suo talento...
«Se non riuscirà a vincere un trofeo internazionale, non accadrà facilmente».
Senza Kakà nel derby è come scalare una montagna...
«Vero, ma ci sono anche gli altri. C’è Pato che ha una condizione strepitosa, c’è Ronaldinho e non dimentico neanche Seedorf, capace di fare la differenza in cento sfide».
Qual è il segreto dell’Inter?
«Uno solo: tutte le volte che una partita prendeva una piega negativa, gli è andata sempre bene, è riuscita a rimediare un golletto, un pareggino».
Vedendovi giocare insieme, lei e Beckham, molti pensano che
«Non lo facevo così forte come calciatore, lo ammetto. Con l’intelligenza ha risolto ogni problema. Ci parliamo in spagnolo ed è tutto molto naturale».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.