Desio, il sindaco ai nomadi: 5 giorni per lasciare i campi
2 Luglio 2005 - 00:00I macedoni: non andiamo via, i nostri figli studiano qua, se ci cacciano metteremo le roulotte davanti al Comune
Franco Sala
I nomadi devono lasciare Desio. Giampiero Mariani, il sindaco, giovedì mattina ha firmato le ordinanze di sgombero che non lasciano spazio a compromessi: o i cinquanta destinatari dei provvedimenti se ne vanno spontaneamente dalla città entro cinque giorni, oppure interverrà la forza pubblica. La decisione, dopo i recenti episodi di cronaca che hanno visto coinvolti i nomadi, era nellaria, ma il primo cittadino ha atteso di conoscere il parere della sua maggioranza di centrodestra, quindi ha preso la decisione.
In municipio la tensione era alle stelle, i macedoni, da anni presenti nella città natale di Pio XI, sono decisissimi ad infischiarsene dellordinanza. «Non sappiamo dove andare, abbiamo la residenza a Desio, lautorizzazione per svolgere lattività di commercio ambulante rilasciata dal Comune - urla uno di loro che ha tutta laria dessere il capo - e i nostri figli frequentano le scuole qua». Lo sgombero riguarda due campi, uno in via Molinara e laltro al quartiere San Giuseppe: in tutto interessa una cinquantina di persone. «Ci siamo sempre comportati rispettando la legge - grida sempre lo stesso macedone - e piuttosto che lasciare Desio ci dirigeremo con le nostre roulotte in piazza Conciliazione, o meglio ancora sul piazzale davanti al Comune. Poi succeda quel che deve succedere».
I nomadi appaiono determinatissimi, vogliono starsene dove sono e pare ormai scontato che, allo scadere dellultimatum, agenti della polizia locale e carabinieri avranno il loro gran da fare per far rispettare la misura preventiva sottoscritta da Giampiero Mariani. «Quando sarà il momento - spiega Giuseppe Zuccalà, comandante della polizia locale - faremo il nostro dovere, che è quello di far rispettare la decisione presa dal sindaco e dalla giunta». A condizione che i nomadi dei due campi non decidano di fare prima qualche iniziativa di protesta, per martedì è facilmente ipotizzabile unazione di forza da parte dei tutori dellordine. «Ho sentito le loro lamentele chiarisce Giampiero Mariani , in ogni caso siamo di fronte a delle piccole comunità di nomadi e proprio perché sono nomadi, non possono pretendere di stabilirsi permanentemente sul territorio di Desio. Se sono rimasti per anni, non è una buona ragione, anzi semmai siamo di fronte al contrario. Proprio perché sono rimasti fermi da parecchio tempo adesso devono andarsene senza porre obiezioni».
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