Destra all’attacco per evitare una Waterloo Ma dopo le elezioni via i ministri «di sinistra»

A guidare il tentativo di riscossa della destra ci pensa François Fillon. Nel corso di un intervento elettorale ad Ajaccio, in Corsica, non risparmia colpi: «Questa alleanza a sinistra non è credibile. Si tratta di uomini e donne che si sono sempre opposti tra loro», ha detto il braccio destro del presidente Nicolas Sarkozy. Sull’altro fronte, la leader socialista Martine Aubry - che l’altra sera ha brindato in un caffè parigino con le altre due «dames» della gauche vincente, la Verde Cecile Duflot e la comunista Marie-George Buffet - si è dimostrata tatticamente accorta: in caso di vittoria socialista, ha detto, «non spetta a noi fare la scelta del primo ministro», noi - ha avvertito - chiederemo invece «un cambiamento di politica».
La partita del secondo turno per le regionali si gioca allo sprint e le due squadre affinano la tattica, preparandosi ad affrontare l’importante sfida con uno spirito opposto. La destra di Sarkò punta a evitare la disfatta totale, la gauche a confermare la vittoria. Sfuma il sogno del grande slam a gauche, si agita l’incubo di una Waterloo a destra.
Su entrambi gli schieramenti aleggia la minaccia dell’astensionismo, che i sondaggi danno da record, intorno al 55%. C’è molta attesa nell’opinione pubblica, ma gli strateghi della politica stanno già organizzando l’agenda delle cruciali giornate di lunedì e martedì, quando si faranno i conti sul serio.

Soprattutto a destra, dove già in settimana ci sono stati pugni battuti sul tavolo e dove oggi uno dei fondatori del partito Ump, Hervé de Charette, ha individuato nella formula del «partito unico» tutti i guai della maggioranza. Probabile un rimpasto di governo dopo il voto, con probabile spostamento a destra. A cadere sarebbero i ministri «aperturisti», con un passato a sinistra, come il ministro degli Esteri Bernard Kouchner.

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