Destra cattolica Tutte le colpe di Bindi e Fini

Itinerari della Destra Cattolica di Piero Vassallo, tempestivamente edito da Solfanelli a ridosso delle Regionali, dall'analisi delle radici storiche della dottrina cristiana alle derive attuali, ci aiuta ad orientarci al voto che sarà bussola per le Politiche.
In quarta di copertina il motivo del libro. Le disavventure di due partiti attratti a diventare il proprio contrario: la Dc di Maritain e il Msi di Evola. Il cattolicesimo politico insegue il laico-progressista, il movimento postfascista rinnega le proprie radici spirituali. Perciò: «Rosy Bindi e Gianfranco Fini, interpreti di due scelte antipatiche, si ritrovano nella reciproca simpatia per assenza di un disegno politico».
L'analisi storica scandaglia globalizzazione, battaglie laiche per i cosiddetti «diritti» individuali (aborto, eutanasia), i due primati di Stato e Chiesa, la storia del fascismo e postfascismo da riscrivere, il Concilio Vaticano II e le tonache dei preti svolazzanti a Trento e a Genova, il ’68 dai padri Benjamin Bloch Taubes ai postumi distruttivi. Risale alle radici di cosmopolitismo ed ecumenismo, quando l'universale solidarietà fu portata in Occidente dai Persiani, mentre ora «i pastori dell'arretratezza avversano l'economia globale con intento di colpire l'Occidente colpevole di aver sconfitto l'ideologia comunista...». Oggi imperano «tuttologi diplomati alla scuola di Maria De Filippi e filosofi di risulta marciano sulla strada del regresso». Il lettore assapora proprio questi «flash» parapolitici.
Un assaggio: «Se il bene può sbocciare dall'abisso di malignità (il riferimento è al massacro giacobino di Compiègne e alla santità delle carmelitane martirizzate), per i cattocomunisti esiste un metafisico cavatappi ad estrarre sante azioni di governo dai valori contrari degli alleati di Prodi e Franceschini: aborto facile, festosa eutanasia, droga libera, matrimonio pederastico...». Lo stesso per il pensiero «bicamerale» di Dossetti concentrato nella scuola di Bologna, poi intorno a «Il Mulino»; i cattolici «del magistero a due teste» Rosy Bindi, Livia Turco, la pia equilibrista Binetti in privato obbediscono al Vangelo, ma pubblicamente allo stato laico della (pseudo) legge sull'aborto.
Il libro ha un interesse umano quando racconta i maestri filosofi, l'eredità di un dolente Baget Bozzo, il grande Sciacca vittima della persecuzione sessantottina quando gli studenti erano per lui al primo posto nella scala delle relazioni umane, Evola nel '74 portato morente al Policlinico di Roma cui infermieri sindacalizzati rifiutano assistenza.
Vassallo ricorda volentieri Giano Accame, un maestro che non stimava il giovane segretario di partito Fini, oggi dedito «a continue irritanti esternazioni laiciste con appiattimento della dirigenza di An e degli intellettuali di Fare Futuro».
Un passo importante riguarda, a seguito della visita di Fini ad Israele nel novembre 2003, la smentita dello storico Yehoshua Porat sul «fascismo male assoluto». Testimoniò che il fascismo salvò migliaia di Ebrei nelle regioni conquistate dal proprio esercito: sud-est di Francia, Croazia.
Nel libro frasi fulminanti come il termine «patriottismo costituzionale» o «la canna a gas del gossip». Questo è detto a proposito di un episodio storico: quando Paolo Golinelli, studioso revisionista di storia della Chiesa, prende le distanze dalle «chiacchiere calunniose dello scomunicato Benzone d'Alba» sul rapporto tra Gregorio VII e Matilde di Canossa. Quando il papa nell'inverno 1077 indugiò nei di lei possedimenti fu «un affetto umano di due persone sole...», forse «i momenti più felici per entrambi».


La colpa di Gregorio VII per certi cattolici moderni è aver voluto una Chiesa potente, lontana dall'originario pauperismo? Nell'ultima pagina c'è tutta la poesia dell'Italia com'è forgiata dal cristianesimo: le nostre città storiche sono gemme di un'Italia cristiana, in contrapposizione alla massificante edilizia comunista testimoniano «operosità sapiente che è l'autentica somiglianza divina dell'umanità».

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