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Destra e sinistra turche unite in piazza: «Via dall’Ue»

Comunisti e nazionalisti sfilano insieme ad Ankara e Istanbul: «L’Europa distruggerà la nostra economia»

Marta Ottaviani

Mentre in Lussemburgo si discuteva sul futuro dell’Europa, a Istanbul e Ankara è scesa in piazza la Turchia che non ci sta. E questa volta la «minaccia di Bruxelles» è riuscita anche a compiere un vero miracolo, se si pensa che nelle due manifestazioni, organizzate per dire no all’ingresso del Paese nell’Unione Europea, hanno sfilato insieme simpatizzanti del partito comunista turco e del Mhp, formazione di ispirazione nazionalista e conservatrice.
A Istanbul i partecipanti (circa 3.000) si sono dati appuntamento a Kadiköy, quartiere nella parte asiatica della città e che negli ultimi mesi ha ospitato numerosi cortei antieuropeisti. Nel suo discorso il segretario generale del Partito comunista turco, Kemal Okuyan, ha esortato i cittadini a «bloccare l’accesso all’Unione Europea, prima che l’economia turca venga sistematicamente distrutta».
Ad Ankara 60mila persone si sono radunate in piazza Tandogan e hanno ascoltato l’intervento del capo del Mhp, Devlet Bahçeli. Il leader conservatore non ha risparmiato critiche al primo ministro Erdogan, accusato di «aver condotto la Turchia in un’avventura disonorevole» e di non occuparsi abbastanza di quello che sta accadendo nel Paese. Proprio ieri Bahçeli ha annunciato di aver chiesto al governo di interrompere i negoziati per l’ingresso in Europa. Una partita sulla quale Erdogan ha puntato tutto il suo futuro politico e che oggi è più che mai deciso a vincere. Ma le tensioni rimangono. Anche all’interno del suo partito, l’Akp. In un sondaggio, commissionato dal governo a maggio, i consensi nei confronti dell’adesione all’Unione Europea erano calati dall’85 a poco più del 60 per cento. Il timore è che gli «euroentusiasti» siano diminuiti ulteriormente. Intanto, nei cortei di protesta, sempre più persone mostrano il ritratto di Atatürk, fondatore della Turchia moderna.

Chissà se il «Padre della Patria» sarebbe poi così contento.

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