Ma la Destra perde pezzi «Al Senato votiamo Pdl»

Luciano Buonocore, garante degli iscritti, fa appello al voto utile e spacca il partito. Buontempo: «È ininfluente». Il plauso di An

da Milano

C’è malcontento nella Destra. I continui attacchi a Berlusconi di Francesco Storace e della candidata premier, Daniela Santanchè, spaccano il partito dei fuoriusciti da An. E il dirigente Luciano Buonocore lancia un appello al voto utile al Senato, per non avvantaggiare Walter Veltroni. Un invito al voto disgiunto e alla desistenza. «Voterò alla Camera per la Destra e al Senato per la coalizione del Popolo della libertà, raccogliendo la richiesta da tutta Italia di militanti e dirigenti», spiega Buonocore, garante degli iscritti, carica a cui lo statuto della Destra attribuisce l’importante compito di «dirimere questioni e controversie interne». E proprio il garante attacca Santanchè e Storace, colpevoli di aver portato la Destra verso «una deriva politica decisa senza alcuna discussione».
An batte le mani, il candidato premier della Destra, Daniela Santanchè, e il segretario nazionale, Francesco Storace, insorgono contro Buonocore che però non è un caso isolato. Nelle ultime settimane hanno abbandonato la Destra in tre: Nuccio Carrara, sottosegretario alle Riforme del governo Berlusconi, Biagio Cacciola, capo del dipartimento Cultura della Destra e soprattutto segretario amministrativo ed ex parlamentare di An, Giulio La Stazza. Insomma, la polemica è pesante e gli scissionisti di Alleanza nazionale sono in difficoltà.
Buonocore è convinto che andare da soli sia una scelta suicida. «In alcune Regioni il voto alla Destra può essere decisivo per la vittoria, così ci troviamo nell’imbarazzante situazione di poter determinare un successo di Veltroni». Spiega l’esponente della Destra che i sondaggi attribuiscono al partito con la fiamma il 2-2,5 per cento, percentuale ben lontana dallo sbarramento all’8 per cento di Palazzo Madama.
Il segretario Storace si trova nella situazione di non poterlo espellere, proprio perché il teorico del voto disgiunto è il garante della disciplina di partito. Ironizza Ignazio La Russa: «Proprio Storace presentò Buonocore come persona addirittura al di sopra di ogni incarico di partito. Disse che tutto quel che veniva da lui andava preso come oro colato...». E aggiunge: «È stato anche troppo buono: anche alla Camera votare chi non raggiunge il 4 per cento è fare un regalo a Veltroni».
I nomi noti della Destra non condividono. Storace minimizza: «È l’autorevole opinione di un signore, ma non corrisponde alla mia né a quella del partito. In ogni caso non è un grave problema». All’attacco la Santanchè: «E Buonocore sarebbe uomo di partito? Chapeau. Davvero complimenti... Noi siamo certi che supereremo la soglia dell’8% al Senato». Taglia corto il presidente Teodoro Buontempo: «È assolutamente ininfluente, non vale la pena commentarlo».
Buonocore non si perde d’animo. Ricorda che votare Pdl significa perdere una quota di rimborso elettorale ma resta convinto che il gioco valga la candela: «Chi se ne frega dei finanziamenti! Il prezzo politico da pagare, se vincesse la sinistra, sarebbe molto più alto. Qualunque accusa mi lascia completamente indifferente. Non sono stato io a scegliere di portare la Destra nello scellerato isolamento in cui si trova».


La dissociazione di Buonocore piace invece al Pdl. «Il suo appello dimostra buon senso» commenta il deputato di An Italo Bocchino. E Alessandra Mussolini rilancia: «A destra del Pdl ci sono solo formazioni velleitarie. E invece bisogna votare solo chi può governare».

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