Deville ci prova gusto «Adesso parto sempre per andare sul podio»

Kranjska Gora La butta sul ridere Cristian Deville e dice che è tutta colpa di chi ha ingrandito la notizia della sua caduta in allenamento prima della tappa slovena: «Una botta alla testa che mi dà più fastidio camminando che sciando: metti che passi una bella ragazza non riuscirei a girarmi con agilità». Di destrezza invece ieri ne ha avuta parecchia il finanziere fassano che ha conquistato un secondo posto, dopo i due podi di Beaver Creek e Flachau e la vittoria di Kitzbhuel, nella primavera appena chiazzata di neve su a Kranjska Gora, terra slovena di santuari e "struccoli", impegnativa specialità della casa. Frequentare i primi ed evitare la lunga digestione dei secondi può essere una strategia per vincere sulla Podkoren, ma Deville non ne ha avuto bisogno. A fare meglio di lui solo Andre Myrher, svedese pacato con l'anima da rocker, che ha colto così il suo primo successo stagionale.
Per lui, al comando fin dalla prima manche, si aprono le porte di una battaglia all'ultimo palo per il globo di slalom da giocarsi, fra pochi giorni in quel di Schladming, con Marcel Hirscher vittima ieri di un'inforcata e Ivica Kostelic, reduce dall'operazione al menisco. Per Deville, quarto del ranking delle porte strette, non c'è invece più la speranza matematica di un possibile recupero, ma la certezza di aver realizzato la miglior stagione di sempre, per giunta "over trenta".
«Myrher ha meritato di vincere», spiega angelico il "Devil", secondo già a metà gara. Felice di lasciarsi alle spalle le due ultime gare in cui era uscito, il ragioniere di Moena ha festeggiato così: «Nella prima manche ho avuto qualche incertezza, nella seconda qualche altra imprecisione, ma ora lo posso dire: al primo podio lo scorso dicembre non credevo al tabellone; adesso ogni volta che apro il cancelletto scendo per ritrovarmi sul podio».
Diavolo di sincerità, Cristian spartisce il bottino di gloria con Stefano Gross, ottimo quarto ma un poco imbronciato per quel terzo posto sfumato di fronte all'impresa di Alexis Pinturault, da 14° a terzo, due podi in due giorni. «Vorrei dedicare questo podio a mia zia Vida - spiega Deville - che è slovena: da quando non c'è più mia mamma, mi è sempre stata vicina. Lei sa, lei se lo merita». Un pensiero grande anche a Florian Eisath, operato ieri con successo a Milano per la riduzione di una frattura all'omero, dopo la brutta caduta in gigante proprio qui in Slovenia. «L'ho conosciuto meglio quest'anno ora che il gruppo slalom-gigantisti si allena insieme: ci troviamo bene ed il suo sms dopo la mia vittoria a Kitz è il migliore, ma non vi svelo che cosa ha scritto». Ora è tempo di finali e un po' spiace: se l'inverno sapesse trovare il colpo di coda, forse lo troverebbe anche Deville e potrebbe puntare alla coppetta. «Che problema: ci provo l'anno prossimo».
Alle finali sia il massimo globo sia le coppette son tutte da assegnare, salvo quella della combinata, già nelle mani di Kostelic che però ha ben più di un grattacapo: oltre al dolore al ginocchio destro, il croato è ancora in corsa per il titolo generale con 1064 punti, dietro a Beat Fuez (1250 ounti) e Marcel Hirscher che ieri, inforcando, non ha migliorato i suoi 1195 punti.

Se Kostelic fosse in forma incarnerebbe la polivalenza vera, ma così, Ivo Il divo dimezzato, potrebbe derubricare le proprie ambizioni e puntare solo alla coppetta di slalom dove ancora comanda su Hirscher e Myrher. Da mercoledì si decide.

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