Diabolik è vivo e lotta insieme a noi. Vero, un libro di Andrea Carlo Cappi, Alba di sangue, uscito per il 45º anniversario dell'eroe inventato dalle sorelle Giussani pensando a Fantomas e Robert Taylor, l'ha appena fatto morire. Eppure gli albi a fumetti continuano a vendersi bene (occhio a Il diamante nero, appena uscito), e intanto il mitico ladro in calzamaglia nera e Jaguar E ha conosciuto una seconda vita grazie a una serie di giochi per computer e l'affettuosa citazione dedicatagli da Federico Zampaglione col video di Amore impossibile. Gli manca solo di riprovarci col cinema. Già, perché a quarantanni esatti dal film di Mario Bava, con John Phillip Law, Marisa Mell e Michel Piccoli nei ruoli di Diabolik, Eva Kant e Ginko, i francesi stanno lavorando a un remake. Regista Christophe Gans, con Mark Decascos e Billy Crudup nei panni dei due eterni rivali e forse Monica Bellucci come Eva. Non sarà una bionda naturale, ma i capelli legati all'indietro le stanno benissimo.
Il 2008 dovrebbe essere l'anno buono, dopo tanti rinvii. E chissà che, in tempi di immutandati eroi a fumetti trasposti sul grande schermo, Diabolik non ritrovi il rango che gli spetta. Eroe del male, giustiziere implacabile o ladro gentiluomo, a seconda dei punti di vista, fu preso e studiato da intellettuali come Eco e Buzzati, ma anche buttato in farsetta con Dorellik. Non sarà facile ridargli vita al cinema, aggiornandone fisionomia, psicologia e ferocia, così come gli americani hanno fatto con Batman. Alla sua uscita, nel 1968, Diabolik non piacque, perfino Marco Giusti, teorico dello Stracult, ne critica la messa in scena troppo fumettistica. «Ci fosse stata Catherine Deneuve nel ruolo di Eva Kant, come annunciato da De Laurentiis, e un eroe meno patata lessa di John Phillip Law...». In effetti, il film fu un tonfo commerciale, salvo poi essere rivalutato come un classico pop.
Conferma l'oggi settantunenne John Phillip Law, sempre in splendida forma, al quale l'Italia di allora regalò una celebrità inattesa. Di passaggio a Roma, dove ha girato L'apocalisse delle scimmie accanto a Laura Lattuada, l'ex angelo cieco di Barbarella ricorda con piacere il set di Diabolik, incluso il ridicolo taglio di capelli che dovette sopportare e il disagio nell'indossare la tuta aderente di gomma e pelle. «Pensai che sarebbe stata la fine della mia carriera. Ero abituato a girare a Hollywood, a una certa ricchezza. Mi veniva da piangere.
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