Diakitè spinge la Lazio, Cavani striglia il Napoli

La corsa al rallenty verso il terzo posto trova due protagonisti inattesi: il francese Diakitè e il torinese Lanzafame. In comune hanno l’età (sono entrambi classe 1987), ma da ieri anche l’aver segnato gol che possono indirizzare la volata per la Champions. Il difensore della Lazio sblocca il match con il Cagliari sui titoli di coda con uno stacco di testa degno degli attaccanti di razza, alla Klose (ieri assente) per intenderci; quasi contemporaneamente la punta del Catania salva gli etnei al San Paolo con una rete voluta fortemente (e contestata dal Napoli). Una brusca frenata degli azzurri che dovranno giocare in casa dei biancocelesti il sabato di Pasqua. «Abbiamo commesso troppi errori, ci è mancata la voglia di vincere», l’accusa di Cavani.
Per Diakitè è il 2° gol in A, più pesante del primo segnato a Udine il 14 dicembre del 2008, un raggio di sole in una delle più brutte partite mai viste nel nostro campionato. La Lazio ha gli stessi punti della scorsa stagione (51, era quinta, ora invece è terza da sola), il patron Lotito promette investimenti importanti per la prossima, ma presentare una squadra così modesta (anche se con molti assenti) in un preliminare di Champions non sarebbe onorevole. Il Napoli, stanco soprattutto mentalmente dopo il tour de force tra Europa e Coppa Italia, si illude sul 2-0 (gran gol di Dzemaili e 19° centro di Cavani) ma paga la grinta del sorprendente Catania di Montella: Spolli di testa e il già citato Lanzafame siglano la rimonta. E la punta ex Juve, che abbraccia calorosamente il suo tecnico che gli aveva annunciato il gol, recita un mea culpa: «Se a 25 anni la mia carriera non è ancora decollata, posso prendermela solo con me stesso».

Un bel bagno di umiltà in un calcio zeppo di ipocrisie.
In coda, solo pareggi per le ultime 7 in classifica. Novara e Lecce si bloccano a vicenda e vedono più lontana la salvezza, il Cesena impatta con il Parma e ora è a -14 dalla A.

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