È possibile, come si diceva una volta, aprire un dibattito, o tutto il mese di agosto passerà tra esternazioni di Umberto Bossi e sdegnate repliche di amici, nemici e titolatissimi commentatori politici, offesi per l’attacco alla Nazione?
Lo sanno costoro che mentre era presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e presidente del Consiglio Massimo D’Alema è entrata in vigore la legge 482/99 che ha stabilito che sardo e friulano sono lingue tutelate a tutti gli effetti, che negli uffici pubblici di quelle aree è consentito l’uso orale e scritto di quelle lingue, talché i Comuni devono provvedere a «garantire la presenza di personale che sia in grado di rispondere alle richieste del pubblico usando la lingua ammessa a tutela», mentre nei Consigli ai vari livelli è consentito usare agli eletti le lingue sarda e friulana con obbligo di traduzione simultanea per i consiglieri che non le capiscono?
Lo sanno che in quella stessa legislatura i Governi Prodi, D’Alema e Amato cancellarono la figura del segretario comunale, funzionario statale garante di legalità, e di ogni forma di controllo sugli atti degli enti locali?
Risulta forse loro che all’art. 5 della Costituzione, la Repubblica è «una ed indivisibile», sia stato aggiunto nella riforma del titolo V approvato dalla sinistra al tempo del governo Amato con appena 4 voti di maggioranza, l’art. 114 che recita «la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato», che sono «Enti autonomi con loro statuti»?
In questo modo lo Stato e il Comune di Morterone di Lecco con i suoi 36 abitanti sono stati elevati allo stesso rango costituzionale, e nelle cerimonie e sui balconi dei governi locali i gonfaloni (per non chiamarli bandiera) di Comuni, Province e Regioni sventolano alla pari del tricolore e della bandiera europea.
Per non parlare del nuovo art. 117 della Costituzione, fortemente voluto dalla sinistra, che rende materia concorrente tra Stato e Regioni i rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni. Il centrodestra, Lega compresa, aveva tentato di riequilibrare la situazione con la riforma costituzionale varata nel 2006, che reintroduceva il concetto di prevalente interesse nazionale, ma come è noto Oscar Luigi Scalfaro ha guidato la rivincita della sinistra che con il referendum ha affossato il testo, compreso l’interesse nazionale e la riduzione del numero dei parlamentari.
Se qualcuno ha tempo e voglia potrà verificare negli atti come in Parlamento questi provvedimenti della sinistra siano stati tenacemente ed inutilmente contrastati, anche da chi scrive, che tentò invano di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica ad esempio sulla follia dell’obbligo della traduzione simultanea dal sardo e dal friulano all’italiano.
Per ultimo: nel 2001 con il governo Berlusconi mettemmo in regola 750mila lavoratori in nero, con questo governo Berlusconi è in corso una regolarizzazione che interessa centinaia di migliaia di colf e badanti, provvedimenti approvati con il voto favorevole di quella forza dipinta come xenofoba e razzista che è la Lega. I governi di sinistra, viceversa, fecero a suo tempo sanatorie generalizzate e con l’ultimo governo Prodi assolutamente nulla per affrontare un problema drammatico per milioni di famiglie italiane e per centinaia di migliaia di lavoratori extracomunitari costretti allo sfruttamento e al lavoro nero.
In questo quadro, davvero qualcuno può pensare che il problema degli assetti istituzionali dell’Italia sia messo in pericolo dalle divagazioni agostane di
Bossi sui dialetti, bandiere ed indice di gradimento musicale dell’Inno Nazionale?*Senatore e sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alla famiglia, droga e servizio civile
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