Dialetto e marionette. Le mille vite del teatro Gerolamo

Dopo l'ultima chiusura e il restauro il direttore artistico è Piero Colaprico

Dialetto e marionette. Le mille vite del teatro Gerolamo
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La natura del teatro non è dissimile dalla natura umana dato che, anche i teatri, nascono, fioriscono, muoiono e, qualche volta, resuscitano; sono luoghi in cui l'immaginario si alterna con la dimensione reale della vita. Milano è stata la città che tra il 1.700 e il 1.900 ha avuto un infinito numero di teatri, molti dei quali sono scomparsi, altri, come il Gerolamo, sono rinati più volte.

Fu inaugurato agli inizi dell'800, col nome Teatro Fiando detto Gerolamo, da una marionetta nata qui efu demolito nel 1863. Lo si ricorda come Teatro delle Marionette, anche se, a volte, sul palcoscenico, si faceva notare una orchestrina che vantava un violinista d'eccezione, Giovanni Ricordi, il futuro editore musicale. La fama della marionetta era estesa fino all'estero, nota per il suo volto rugoso e bitorzoluto. Nel 1868, su disegno di Giuseppe Mengoni, il Gerolamo rinacque in piazza Beccaria che, allora, si chiamava piazza del Palazzo della Giustizia, grazie anche all'interesse della Accademia del Teatro Milanese che faceva capo al gruppo degli Scapigliati.

Bisognerà attendere la fine del secolo per assistere ai primi spettacoli di Antonio Colla, figlio di Giuseppe, che darà l'avvio alla dinastia dei famosi marionettisti. Fu con Carlo Colla che nacque "La Primaria Compagnia Italiana di Grandi Spettacoli Marionettistici Carlo Colla e Figli" che vantava già oltre 600 marionette e che vi lavorò fino al 1957, quando il Gerolamo subì una seconda chiusura, non per molto, perché l'anno successivo, a interessarsi del teatro fu Paolo Grassi che, per la nuova inaugurazione, invitò Eduardo De Filippo. Eduardo propose "L'Opera del Pupo" che recitò insieme a Pupella Maggio, riservandosi per sè la parte di Pulcinella. Il Gerolamo fu ideato da Luciano Damiani che lavorava come scenografo di Giorgio Strehler, al Piccolo. Grassi aveva scelto come Direttore, Carletto Colombo, ottimo conoscitore del teatro milanese. Se in un primo momento, il Gerolamo aveva scelto autori come Cocteau, Williams, Adamov, Claudel, Buzzati, e attrici e attori come Franca Valeri, Lilla Brignone, Paola Borboni, Tino Buazzelli che lavoravano già al Piccolo, in un secondo momento, la Storia del Gerolamo, si identificò con quella della "Compagnia del Teatro Milanese", fondata da Carletto Colombo, che proponeva testi in dialetto milanese che avevano come primo attore Piero Mazzarella. Era il 1962 segnato da successi come "Milanin Milanon".

I milanesi riscoprirono la lingua menghina e il Gerolamo era sempre sold-out. Ricordo di aver visto: di Carlo Maria Pensa, I ligera, I stemegna, I povercrist; di Severino Pagani, La gesetta del Pasqiroeu; di Ciro Fontana El testament, Sciambola. Nel 1978, la direzione fu affidata al milanese Umberto Simonetta, già critico teatrale de Il Giornale, che scelse la linea satirica, diventandone autore e regista. A lui dobbiamo il successo, con oltre mille repliche di Mi voleva Strehler scritto insieme a Maurizio Micheli ma ricordo anche gli spettacoli di Livia Cerini e quelli di Luca Sandri con Ombretta Colli e la regia di Gaber. Dopo trent'anni di chiusura, il Gerolamo è ritornato a vivere, grazie a un restauro che ha visto impegnata la Signora Chitose Asano che ha affidato la Direzione a Piero Colaprico, impegnato in una programmazione a più voci, un po' eclettica, voci che sappiano raccontare una storia più vasta.

I milanesi avrebbero voluto che il teatro fosse della Compagnia Colla, ma non fu possibile trattandosi di un teatro privato.

I Colla, però, sono stati sempre presenti con almeno due produzioni all'anno, nel marzo del 2026 presenteranno Teste di legno.

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