«Dialogo e creatività per la metropoli»

Questa settima edizione della Milanesiana ha per tema Mondi Oscuri: come mai ha scelto questo tema? Che connessioni ha con Milano?
«È un’idea su cui rifletto da molto. Il mondo, la vita si basano di per sé su coppie antitetiche. Credo che si dovrebbe pensare a questa dialettica anche quando si affrontano problemi di rilevanza collettiva. Da un'analisi che contempli le due facce della medaglia potrebbero derivare nuove soluzioni, anche per una città come Milano, che può crescere soltanto attraverso il dialogo».
Cosa pensa del panorama culturale di Milano?
«Io credo che Milano sia una città non solo internazionale, ma anche e soprattutto, «ideale»: un crogiolo di microrealtà diversificate, in senso etnico, politico, intellettuale».
L’anno scorso aveva invitato Gilberto Gil, quest'anno suoneranno Elio e le Storie tese, Marianne Faithfull. Perché questi musicisti? Che rapporto hanno con i Mondi oscuri?
«Mi sembra chiaro che questi musicisti, tra cui ci sono autentiche leggende viventi, hanno usato la musica come una forma di ricerca e di conoscenza di lati oscuri, nascosti della personalità».
La novità di quest'anno? Qual è il personaggio «clou» di questa edizione?
«Ci tengo a sottolineare l’estrema visibilità del cinema, in questa edizione: basta fare i nomi di Wim Wenders, Michael Cimino, George Romero, Ciprì e Maresco, per addentrarsi subito nello spirito più puro della creatività visiva contemporanea».


Cosa sarà la «Notte bianca della milanesiana»?
«La Notte bianca sarà un corollario decisivo della manifestazione: sarà un omaggio alla storia del Premio Strega che dall'anno prossimo diventa Europeo, ma sarà anche un'occasione per ascoltare gli “Inni alla notte” appositamente composti da alcuni scrittori, vincitori dello Strega negli anni scorsi. Ma è una sorpresa, non voglio dire altro».

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