Quando parlano di lui hanno gli occhi lucidi. Ma mica di commozione. Proprio di felicità. Eugenio Allegri, Claudio Bisio, Gioele Dix, Neri Marcoré, Giorgio Gallione, Carlo Boccador: attori, registi, musicisti, gente di successo, che ha lasciato da parte mille impegni pur di esserci, contenti come bambini di essere coinvolti in un progetto su Giorgio Gaber. Come se si trattasse di ricordare il papà. Meglio: il fratello. Meglio: l'amico di sempre. Quello che «Certe volte ti fa incavolare, ma proprio per questo lo amo di più e speriamo che vi faccia incavolare anche adesso». Quello che «E' sempre stato avanti, più avanti di tutti». Quello che «Non ha mai fatto la rima amore-cuore, nemmeno negli anni Sessanta». Nemmeno quando faceva «Canzonissima«. Era appena finita la musica di «Rose rosse« e «Scende la pioggia» ed entrava lui con «Goganga». «Ricordare il “signor G.“ senza nostalgia, ma con questa grande gioia», come ha detto Neri Marcoré: questo il progetto della seconda edizione di «Milano per Giorgio Gaber», che prenderà il via il 2 dicembre e prevede venti giorni di spettacoli, incontri e dibattiti promossi tra gli altri da Piccolo Teatro e Camera di Commercio. Ad organizzare il tutto, la Fondazione Giorgio Gaber - che ha la sua anima nella figlia del cantautore, Dalia - che cura ormai da qualche anno una serie di iniziative che tengono viva, soprattutto nelle giovani generazioni, la memoria dell'artista milanese scomparso il primo gennaio 2003 e che l'anno prossimo avrebbe compiuto settant'anni. Un archivio digitale audio, video e testuale dell'intera opera, il progetto didattico che prevede lezioni-spettacolo del giornalista Andrea Pedrinelli agli studenti delle scuole, il Festival Teatro Canzone, l'attività editoriale, la produzione di spettacoli, tra cui «Il dio bambino» con Eugenio Allegri e «Un certo signor G.» con Neri Marcoré, che sono tra quelli presentati a Milano nei prossimi giorni. Da questa fucina della memoria, emergerà nei giorni del Gaber-festival un dvd sull'attività artistica di Giorgio Gaber negli anni Ottanta «con materiali rarissimi e per amatori» - ci tiene a specificare Dalia Gaberscik - e un libro-tributo pubblicato da Kowalski, «Gaber, Giorgio, il signor G», in cui intellettuali, amici, artisti - i nomi sono i più diversi, tra gli altri: Renzo Arbore, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Maurizio Costanzo, Luca Doninelli, Enzo e Paolo Jannacci, Jovanotti, Laura Pausini, Fernanda Pivano - ricordano che cosa abbia significato e significhi per loro l'autore, l'attore, il cantante Gaber con aneddoti e pensieri. A Claudio Bisio l'arduo compito - per ora in fase embrionale di «sola lettura» - di portare in scena un inedito incompiuto, che nel reading accompagnato al pianoforte da Carlo Boccadoro proposto il 12 dicembre (Piccolo Teatro Strehler, ore 21) prende il titolo di «Io quella volta lì avevo 25 anni»: si tratta di sei monologhi ciascuno riferito ad un decennio del secolo scorso, che forse presto diventeranno uno spettacolo vero e proprio.
Tra gli altri eventi, Gaber verrà portato anche davanti agli studenti dell'Università Statale da Gioele Dix (9 dicembre, ore 17, aula Magna), che in «Se potessi mangiare un'idea» ripercorrerà le tappe della vita artistica del «signor G.» con brani musicali e una vera e propria lezione teorica sul Gaber-pensiero: «Prendiamo ad esempio la vita di coppia» spiega Dix.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.