Dieci euro per un’ora e mezza nei vecchi bordelli

Dieci euro per un’ora e mezza nei vecchi bordelli

Una volta pagavano le tasse. Cinque soldi al giorno all’erario, anche quando di clienti se ne vedevano pochi. Le compiacenti signorine che animavano le case chiuse di Genova una volta erano delle colonne per la città, tanto che si dice che larga parte del porto di Genova sia stato realizzato con i proventi del mestiere più antico del mondo. Per conoscere la storia, le curiosità e gli aneddoti delle «Case Chiuse di Genova», il doppio appuntamento è con «Itinera Liguria» che per due mercoledì (il 14 e il 21 luglio) organizza altrettante visite guidate nei vicoli: un’ora e mezza di full immersion, dieci euro il costo. Partendo dalla Genova romana con le sue «Lupae» al quartiere Monte Albano, attuale via Garibaldi, sino al Lepre, al Castagna, al Suprema, i «bordelli» più in voga nel ventennio e oltre, la guida racconterà i ricordi malinconici, o curiosi sulle regole che vigevano nelle case, sulle maitresse e le ragazze che vi lavoravano. In via Lepre, per esempio, su un portale in marmo rinascimentale campeggia una scritta in latino: ma dietro quella porta nel ventennio si affacciava la portinaia Dolly che con il saluto fascista dava il benvenuto a ai gerarchi che facevano visita alle signorine.

Anche Porta Soprana aveva rinomate case d’appuntamenti, come il Dragone, o poco più in basso il Sommergibile, il Sottomarino o il Castagna, frequentato, quest’ultimo, dagli studenti, che sui divanetti del salotto preparavano gli esami. La maitresse ne era così compiaciuta che a chi si laureava con lode offriva la sua ragazza migliore e quando incontrava il neo dottore lo abbracciava esclamando: «Ti ho laureato io!». Info 3462231872.

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