da Milano
Non è un caso che gli italiani stiano via via rinunciando alle auto a gasolio. Nel 2007, infatti, la percentuale delle vetture diesel è passata dal 58,2% del 2006 al 55,7%, con un calo del 2,5 per cento. Oltre a rappresentare un danno per chi utilizza la macchina per andare al lavoro (i veicoli a gasolio Euro 3 e Euro 4 consumano meno di quelli a benzina) a risentirne è anche l’ambiente: ai minori consumi corrispondono emissioni inferiori di Co2. La disaffezione per il diesel è causata dai prezzi del carburante alla pompa, mai così elevati.
Il costo di un litro di gasolio è arrivato ieri a 1,327 euro al litro, il massimo assoluto, facendo lievitare il prezzo per il pieno di un’auto media a oltre 66 euro, 10 in più di un anno fa. La benzina oscilla invece a un soffio da 1,4 euro, soglia superata solo nel luglio del 2006. Sulle strade italiane sono dunque arrivati immancabilmente gli effetti del caro petrolio che nei giorni scorsi si è spinto oltre i 100 dollari al barile. Gli aumenti del greggio hanno avuto risvolti immediati, ma la situazione potrebbe addirittura peggiorare se, come stima l’Opec, la corsa del barile dovesse continuare ancora nei prossimi mesi. Segnali negativi arrivano anche dalla catena distributiva. «Bisogna aspettarsi dei prezzi elevati del petrolio per molto tempo - avverte il direttore generale di Total, Christophe de Margerie - anche se il rincaro avvenuto in Europa, grazie all’euro, è stato più contenuto». Per de Margerie «non c’è attualmente abbastanza capacità di produzione disponibile per far fronte alla domanda: a spingere i prezzi alle stelle sono la Cina e l’India e, soprattutto, i problemi geopolitici che si riscontrono in Medio Oriente e in Africa».
Il governo italiano ha da tempo la questione all’ordine del giorno. «Dobbiamo capire - ha detto il premier Romano Prodi - che è necessario alleviare il peso per il consumatore, ma non è con una politica fiscale sul singolo prodotto che lo si può fare, perché bisogna anche avere una politica di serio risparmio dell’energia e si deve lavorare per avere finalmente una politica europea in questo campo. Più che fattori di mercato, sul caro petrolio pesa una fortissima speculazione».
Ad alzare i listini a livello record sono state ieri Api e Ip che, con un balzo di due centesimi rispetto a venerdì, hanno portato il prezzo consigliato del diesel a 1,327 euro al litro e della benzina a 1,397 euro. Ma i due marchi non sono i soli ad aver superato la soglia di 1,32: a ruota segue infatti anche la Shell, con il gasolio a 1,324 e la verde a 1,396 (stesso livello dell’Agip).
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