
Le malattie e le condizioni croniche dell’apparato cardiovascolare possono essere molto comuni. Tuttavia, dice la scienza, esiste una sostanza capace di prevenirne molte. Si tratta della vitamina K, che si trova, oltre che negli integratori, in una serie di cibi, in gran parte di origine vegetale, anche se alcuni hanno origine animale.
Il ruolo della vitamina K nella salute cardiovascolare
Nel 2021 è uscita una revisione di diversi studi sul campo, dal titolo “Vitamin K2-a neglected player in cardiovascular health: a narrative review”. In questa revisione, viene notato come in particolare la vitamina K2 svolga un ruolo cruciale nella salute cardiovascolare, grazie alla regolazione dell’omeostasi nel calcio.
Gli effetti della vitamina K sull’apparato cardiovascolare, vi si legge, “sono mediati dall'attivazione della proteina anticalcificante nota come proteina Gla della matrice. Nella sua forma inattiva, questa proteina è associata a vari marcatori di malattie cardiovascolari, tra cui aumento della rigidità arteriosa, calcificazione vascolare e valvolare, resistenza all'insulina e indici di insufficienza cardiaca, che in definitiva aumentano la mortalità cardiovascolare”.
Quindi la revisione raccoglie quegli studi in cui la vitamina K è stata associata a una buona salute cardiovascolare: in questi studi, i pazienti sono stati sottoposti all’assunzione di questa sostanza, nell’alimentazione o attraverso integratori, e il risultato è stato un aumento della longevità e un miglioramento della qualità della vita. Merito delle ricadute positive che la vitamina K ha sulla calcificazione sistemica e sulla rigidità arteriosa. Questi fenomeni sono attualmente ancora oggetto di ricerca, tuttavia la prospettiva è molto ampia, sulla base di ciò che gli scienziati hanno trovato finora.
Quali alimenti contengono la vitamina K
I cibi che contengono più vitamina K di tutti sono rappresentati da alcune verdure a foglia verde scuro, tipi di cavolo, cibarie legate alla soia, alcune parti del pollo, frutti di uso abbastanza comune e anche un aroma, ovvero:
- senape verde;
- bietole;
- foglie di barbabietola;
- cavolo, cavolo nero, cavoletti di Bruxelles e cavolfiore;
- spinaci;
- broccoli;
- soia, olio di soia, edamame e natto;
- fagiolini;
- kiwi;
- prugne;
- cosce e petto di pollo;
- avocado;
- prezzemolo.
Altri alimenti che contengono vitamina K, anche se in quantità inferiori a quelli già elencati, sono: nduja, ali e fegato di pollo, prosciutto, carne macinata di manzo, more, mirtilli, melagrana, fichi secchi, uva, pinoli, anacardi, fagioli Red Kidney, nocciole. In altre parole, che si segua un’alimentazione onnivora o vegana, i cibi a disposizione per integrare questa sostanza sono davvero molti.
Integratori di vitamina K sì o no?
Ai neonati capita spesso che il pediatra prescriva integratori di vitamina K: accade al fine di prevenire una condizione pericolosa legata alle carenze di questa vitamina, che tuttavia è contenuta anche in moltissimi tipi di latte artificiale.
Se si è adulti, la scelta di eventuali integratori di vitamina K è subordinata comunque al consiglio del medico o del nutrizionista.
Consumare gli alimenti indicati all’interno della propria dieta quotidiana dovrebbe comunque mettere in salvo da eventuali carenze, ma è necessario un esame del sangue per individuare bisogni e necessità del singolo paziente. Solo dopo, e solo dietro consiglio medico, si può procedere con l’assunzione degli integratori.