Dieta e alimentazione

Una molecola del latte materno potenzia lo sviluppo del cervello

Importante scoperta di alcuni ricercatori americani: una molecola contenuta nel latte materno aiuterebbe lo sviluppo del cervello dei neonati. Ecco di cosa si tratta e qual è il suo ruolo nell'età adulta

Una molecola del latte materno potenzia lo sviluppo del cervello

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Oltre a essere ricco di proteine, vitamine e la prima fonte di sviluppo del neonato, il latte materno contiene anche una molecola in grado di rafforzare lo sviluppo del cervello con potenziali implicazioni importanti anche nella popolazione che invecchia: è quanto hanno scoperto alcuni ricercatori della Tufts University di Boston, Stati Uniti.

Il ruolo della molecola

Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Pnas dal titolo "Il componente del latte umano myo-inositolo promuove la connettività neuronale". Nel caso specifico si tratta di questa molecola di zucchero, myo-inositolo, che darebbe un notevole beneficio al cervello dei neonati e può essere significativa "per la nutrizione pediatrica e il miglioramento degli alimenti per lattanti in aree con risorse insufficienti con condizioni che impediscono un allattamento al seno sufficiente", hanno spiegato i ricercatori, aggiungendo che questo "zucchero carbociclico può promuovere la densità delle sinapsi nel tessuto cerebrale maturo".

Il ruolo della dieta

La scoperta mette in luce come questa molecola sia molto abbondante nel latte materno durante la prima lattazione quando le connessioni neuronali si formano rapidamente nel cervello del neonato oltre a sollevare la questione di come la dieta possa influire sulla connettività cerebrale. Lo sviluppo cerebrale dopo la nascita può essere particolarmente sensibile ad alcuni fattori dietetici perché l'intestino è ancora permeabile e grazie alla "barriera emato-encefalica per le piccole molecole nei neonati", spiegano i ricercatori. "La formazione e il perfezionamento della connettività cerebrale dalla nascita è guidata da forze genetiche e ambientali, nonché dalle esperienze umane", ha spiegato alla stampa Thomas Biederer, tra gli autori princiali dello studio e scienziato del Neuroscience and Aging Team dell'Hnrca e componente della Faculty della Yale School of Medicine. "Come neuroscienziato, è stimolante per me vedere quanto siano profondi gli effetti dei micronutrienti sul cervello", sottolinea Biederer.

Cosa accade con l'invecchiamento

Il latte umano è davvero complesso e ricco di nutrienti ma ora può essere sfruttato anche per nuovi studi sull'invecchiamento e il ruolo che la molecola di myo-inositolo può ricoprire: infatti, altre ricerche hanno dimostrato come diminuisca, a poco a poco, con lo sviluppo dei bambini. Nelle persone adulte, infatti, livelli pià bassi della norma di questa molecola sono state collegati a pazienti con depressione e disturbi bipolari mentre, nei casi in cui è stata riscontrata qualche alterazione genetica si è manifestata addirittura la schizofrenia.

Viceversa, persone con livelli più alti del normale di myo-inositolo hanno manifestato Alzheimer e Sindrome di Down: ecco perché lo stesso ricercatore è cauto nel consigliare alimenti ad alto contenuto di questa molecola perché non si conosce ancora l'esatta funzione nelle persone adulte lasciando un ventaglio di domande, una su tutte: qual è la giusta quantità di myo-inositolo nel cervello affinché si possa avere una salute cerebrale ottimale nell'infanzia così come nell'età adulta? "Con i colleghi dell'Hnrca stiamo ora portando avanti la ricerca per testare in che modo micronutrienti come il myo-inositolo possono avere un impatto sulle cellule e sulla connettività nel cervello che invecchia", conclude Biederer.

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