Una sventola al centro dello show. Una splendida zingara al crocevia del successo. Della vita. Del futuro. Dello showbitz . Ferma lì, fate voi se in mini-pantaloncini jeans. O (s)vestita di un bikini altrettanto minimal. Ferma lì, ad un incrocio affollato di frecce che manderebbero in confusione il più robotico dei navigatori satellitari. Imboccare la destra per il Cinema, prendere la sinistra per la Pubblicità, di qua si va per la Fiction che conta, di là si arriva (forse) al Festival di Sanremo. E poi le indicazioni per mete minori, in direzione moda, gossip, storie d’amore tormentate... Roba da capogiro. Ora poi che passa da lei anche l’inchiesta della magistratura sulla Milano da sniffare con relativa chiusura dei mausolei delle notti bianche, la vertigine è assicurata. Belen Rodriguez al centro di tutto. Belen Rodriguez al centro di questo mondo. Vai in edicola e sei abbagliato dalla sua silohuette che rimbalza da una copertina all’altra. Accendi la tv e il tormentone pubblicitario con De Sica ti assale. In redazione non c’è giorno, anche il più noioso, in cui le agenzie di stampa non battano qualche aggiornamento sulla sua vita privata (tra Corona e Borriello) che più pubblica di così è difficile. Maria Belen Rodriguez Cozzani in arte(?) Belen, che significa Betlemme, nata a Buenos Aires il 20 settembre 1984 da Gustavo Rodriguez, di origini spagnole e italiane, e da Veronica Cozzani de Rodriguez, a sua volta figlia di immigranti provenienti da La Spezia, è dovunque. Ubiqua.Per dire:l’altra sera, mentre lei in carne e ossa se ne sta in Spagna tra vacanze e set pubblicitari, su Raitre presentava il Circo Massimo Show con Fabrizio Frizzi. Insomma, un’ossessione: magnifica, ovviamente. Dice: anche lo champagne più superbo bevuto tutti i giorni,dopo un po’ stanca. Su Belen c’è da discutere. Il rischio di overdose è ancora lontano. Nell’attesa, c’è già chi spara le salve del moralismo sulla soubrette più in voga del momento. Se abbiamo escluso da Sanremo un artista come Morgan che ha confessato l’uso di cocaina non dobbiamo accettare una come Belen che, peraltro, non sa fare niente. Se le consegnamo le chiavi del successo, che cosa insegneremo ai nostri figli? Qui conviene fermarsi un attimo e inforcare un ragionamento alla volta. Come ha detto qualcuno, se il problema è la cocaina allora dovrebbero chiudere decine di pub e magari bisognerebbe monitorare attentamente i bagni di molte università. Quanto al rutilante mondo dello spettacolo, qualcosa comincia a delinearsi anche grazie all’inchiesta sulla movida milanese. Almeno su questo punto, però, Belen è l’esatto contrario di Morgan. Lui ha fatto l’apologia della cocaina dicendo che l’assumeva come antidepressivo e che anche Freud la prescriveva. Lei ne ha ammesso l’uso sporadico in tempi passati e, consapevole che sniffare fa male, con la sua testimonianza ha dato impulso alle indagini della magistratura. La differenza non è solo un sedere più o meno bello. Il secondo ragionamento riguarda il talento vero o presunto della ragazza. Già. Belen è una quasi cantante, una quasi showgirl, una quasi attrice ( anche se Christian De sica assicura che «è la nuova Sophia Loren»). Se la si misura così, siamo al «già e non ancora ». Belen, che ha appena venticinque anni, è una quasi che ha in mano tutto. Ma soprattutto Belen è Belen alla faccia dei nostri schemi sul talento che deve essere così e colà. Bellezza e cervello non sono già doni sufficienti? L’importante è saperli coltivare. E la capacità di fare il surf sulle acque agitate senza affogare com’è accaduto ben prima a innumerevoli sue colleghe non è un altro buon talento? La verità è che questa meravigliosa argentina, che fin da piccola diceva «da grande sarò una star», è un prodotto perfetto del nostro tempo. Una vera eroina da fumetto. Una Wonder Woman della comunicazione, una Lara Croft dei mass media. Una figura multitasking , pronta a ballare con indifferenza su più programmi informatici. Ecco: da un link all’altro, è entrata nel videogame schiacciando enter sulla moda (sfilate di intimo), è stata catapultata nel mondo dei casting e delle veline, si è infilata nel tunnel dei reality (vincitrice morale dell’ Isola di Luxuria) ed è sbucata nella tv che conta. Poi gli spot seriali, la fiction (il prossimo Montalbano), il cinepanettone e il film con i fratelli Avati. Si dice che i belli non sappiano godersi davvero la vita. Baciati dalla natura, hanno avuto tutto troppo facilmente e perciò difettano d’immaginazione e di volontà, finendo per annoiarsi di tutto. L’importante è non difettare di capacità di discernimento. Di sé stessa dice: «La cosa che mi ha aiutata di più è l’educazione che ho ricevuto dai miei: è come uno zaino incollato alla schiena. Non ho dimenticato che sono figlia di gente semplice ma onesta. Che le persone perbene sanno dire di no». C’è da augurarsi che quello zaino resista alle montagne russe della vita e degli amorazzi tumultuosi.
E lì, a quell’incrocio pieno di frecce direzionali, funzioni bene anche da bussola satellitare. Sarebbe un peccato confondere la rotta per Hollywood, quella vera, per la strada che porta solo all’Hollywood di Corso Como.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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