In difesa di quel Gesù a cui tutti fanno la guerra

Tutti sono liberi di esprimere le proprie opinioni, tutti devono essere difesi dalle persecuzioni religiose e messi in condizione di professare la loro fede. Questo che abbiamo appena riassunto è uno dei grandi assiomi dell’Occidente laico e liberale, viene professato ad ogni pie sospinto da ogni maître à penser del politicamente corretto. Ma siamo davvero sicuri che queste garanzie vengano applicate a tutti?
Beh sembra proprio che valgano solo sino a che uno non si proclama cristiano, o peggio cattolico. Allora il garantismo all’improvviso decade. Quando si parla dei cristiani è lecito scrivere che si tratta di «una religione per letterali cretini» (lo ha fatto Piergiorgio Odifreddi). Oppure dimenticare, sistematicamente, sui media di ricordare che i cristiani sono a tutt’oggi una delle religioni più perseguitate nel mondo, vedasi il caso dei copti in Egitto.
E a questo stato di cose, ben documentato, che reagisce Antonio Socci nel suo nuovo libro, La Guerra contro Gesù (Rizzoli, pagg. 442, euro 19,90) che sarà in libreria da oggi. Lo fa da par suo, da cristiano convinto, e riprendendo lo spirito di alcuni dei suoi precedenti saggi, come I nuovi perseguitati. Indagine sulla intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del martirio (Piemme 2002) o Indagine su Gesù (Rizzoli, 2008). Spaziando tra il presente, le persecuzioni neroniane, e i dogmatismi dell’Illuminismo costruisce quella che lui stesso definisce: «non l’opera di uno specialista, di un esegeta, di un papirologo, di uno storico: è semplicemente un’inchiesta giornalistica. E se volete un’apologia».
E proprio nell’essere apologia, quindi di parte, e inchiesta risiede l’interesse e la forza del volume. Socci elenca una serie di fatti e di dati, come la forte presenza di teorie razziste negli insegnamenti di quei lumi così venerati nel campo dei detrattori del cristianesimo, oppure racconta con dovizia di particolari la diffusione precoce del cristianesimo nell’Impero romano che molti teorici del cristianesimo come «re-invenzione ellenistica» tentano di mettere sotto il tappeto.

Lo fa anche raccontando vicende poco note, come quella del famoso «quadrato magico» (Sator, arepo, tenet, opera, rotas), che gettano luce sulla storia antica del cristianesimo. E se la fede, Socci ne ha tanta, è un fatto personale, gli argomenti e le ricostruzioni sono per tutti. Devono far riflettere, e discutere, anche i laici.

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