I droni sono sempre più indispensabili nei conflitti moderni. Lo si è visto in più occasioni nella guerra in Ucraina, dove i soldati di Mosca e Kiev li utilizzano per distruggere tank, piazzare mine, evacuare combattenti feriti e persino consegnare cibo. I progressi nel campo dell'intelligenza artificiale consentono inoltre sempre più ai sistemi senza pilota di operare in autonomia, ad esempio tracciando e attaccando obiettivi rivali con un intervento minimo dell'uomo. Ebbene, se per anni gli Stati Uniti hanno dominato sulla qualità dei droni e la Cina sulla quantità, adesso il gap tra le due potenze si sta riducendo sempre di più. Il motivo è semplice: Washington continua a perdere terreno rispetto a Pechino sul campo dei velivoli senza pilota (Uav).
I droni di Usa e Cina
Il Wall Street Journal ha confrontato gli Uav dei due Paesi e i loro recenti sviluppi. Gli Usa dominavano sul fronte dei droni d'attacco a lungo raggio, dotati di armi all'avanguardia, ma su questo la Cina ha fatto importanti passi in avanti. L'MQ-20 Avenger statunitense, per esempio, può trasportare 3.000 libbre di munizioni ed è stato sottoposto a pilotaggio sperimentale con intelligenza artificiale. Sul fronte cinese sono emersi due forti concorrenti: il WJ-700 Falcon, in grado di eludere i radar e sufficientemente versatile da attaccare sia navi che forze terrestri, e il TB-001 Twin-Tailed Scorpion, un sistema agile in grado di trasportare fino a 2.600 libbre di munizioni.
Cosa significa tutto questo? Che la Cina sta anche tenendo testa agli Stati Uniti con droni spia all'avanguardia. L'RQ-4 Global Hawk americano, i cui sensori possono vedere attraverso le nuvole e produrre immagini nitide da oltre 160 chilometri di distanza, è operativo dal 2001 in Iraq e altrove. Il suo equivalente cinese più vicino è il WZ-9 Divine Eagle, dotato di un potente radar in grado di tracciare velivoli stealth. Il WZ-8 cinese può eludere le difese aeree volando a velocità ipersoniche lungo i margini dell'atmosfera terrestre e non ha equivalenti americani. Gli Stati Uniti sono chiaramente indietro nei droni suicidi (esplosivi) e vaganti, che funzionano come missili da crociera intelligenti.
I jolly in campo
Lo Switchblade 600 statunitense, con il suo carico utile di 33 libbre, può essere installato e lanciato da un tubo da un singolo soldato in 10 minuti. Il CH-901 cinese, simile, ha una testata più piccola ma può volare più lontano. L'ASN 301 di Pechino è simile ai droni Shahed che la Russia ha utilizzato per attaccare l'Ucraina; con il doppio del carico utile e una gittata più di tre volte superiore a quella dello Switchblade, è ideale per attaccare i sistemi di difesa aerea. Gli Stati Uniti attualmente non hanno concorrenti seri.
E ancora: il Lealty Wingman è un tipo di drone basato sull'intelligenza artificiale progettato per operare in tandem con caccia con equipaggio e altri velivoli, fornendo ricognizione e trasportando armi aggiuntive. La Cina ne ha due in fase di sviluppo: il GJ-11 Sharp Sword, per missioni di attacco in profondità o ricognizione, e l'FH-97A, un drone d'attacco stealth destinato a supportare il caccia J-20 con equipaggio. Entrambi viaggiano ad alte velocità subsoniche, circa 960 km/h. La versione statunitense più nota è il prototipo XQ-58A Valkyrie, progettato per fornire una scorta senza pilota per F-35 e F-22.
Il principale vantaggio della Cina risiede però nei quadricotteri con visuale in prima persona (FPV): droni piccoli ed economici, spesso pieghevoli e facilmente dispiegabili da singoli soldati. Lo Skydio X10D statunitense è progettato per uso militare, in particolare per la ricognizione in condizioni di battaglia. A 15.
000 dollari, costa tre volte di più di un drone cinese simile. E i confronti potrebbero continuare ancora. Ma perché il Dragone sta investendo così tanto nello sviluppo di droni? C'è chi ipotizza per prepararsi a un conflitto con gli Stati Uniti per Taiwan...