La Polonia e gli articoli 4 e 5 della Nato: ecco cosa prevedono

In queste ore i due articoli principali del trattato della Nato sono stati tirati in ballo da più parti

La Polonia e gli articoli 4 e 5 della Nato: ecco cosa prevedono

Il missile che ieri sera ha ucciso due civili nel villaggio polacco di Przewodów, secondo il presidente Usa Joe Biden, probabilmente non è stato sparato dai russi. La ricostruzione emersa nelle ultime ore sembra orientata nell'attribuire responsabilità a un ordigno dell'antiaerea ucraina finito in territorio polacco. E quindi in pieno territorio Nato.

Ecco perché quanto accaduto non è certo secondario. E questo a prescindere dalle responsabilità. Per via di quanto accaduto, da diverse ore si sta parlando di due articoli in particolare del trattato costitutivo della Nato: l'Articolo 4 e l'Articolo 5.

Perché sono stati evocati gli articoli 4 e 5 dell'Alleanza Atlantica

L'Articolo 5 è stato forse quello più tirato in ballo. Per capire il motivo basta leggere testualmente cosa prevede: "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale".

Si tratta quindi del punto più importante del trattato difensivo nord atlantico, quello in cui prende forma di fatto “l'ombrello protettivo” della Nato. Prevede l'intervento dei Paesi dell'Alleanza a difesa di uno Stato membro attaccato. Costituisce quindi sia una deterrenza per evitare ogni aggressione e sia una garanzia nel caso in cui l'attacco dovesse effettivamente aver luogo.

Tuttavia, al netto delle responsabilità relative all'incidente di ieri sera in Polonia, quanto accaduto a pochi passi dal confine ucraino non sembra rientrare rientrare nelle fattispecie previste per l'applicazione dell'Articolo 5. In poche parole, Varsavia non è stata attaccata e non ha subito specifici attacchi da parte di un Paese terzo.

Per questo c'è chi, come ad esempio il Professor Phillips P. O'Brien dell'Università di St. Andrews, ha invece evocato l'applicazione dell'Articolo 4. “Le parti - prevede testualmente l'articolo - si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. In questo caso Varsavia potrebbe chiedere un intervento per garantire il rispetto dei propri confini ed evitare incidenti come quello di ieri.

Nell'articolo non è specificato il tipo di intervento previsto. Viene quindi lasciata ampia discrezionalità alle parti, libere di coordinarsi a seconda delle esigenze. L'intervento può non necessariamente essere militare. La Polonia ad esempio potrebbe, in virtù dell'accaduto, chiedere interventi di natura politica. Magari insistendo su un maggiore sostegno all'Ucraina, al fine di fornire a Kiev più adeguati sistemi antiaerei ed evitare sconfinamenti da parte degli ordigni più pericolosi.

Gli scenari dopo quanto avvenuto in Polonia

Il peso mediatico dato all'Articolo 5 in queste ore è figlio probabilmente del fatto che più volte, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, la norma è stata evocata. Il presidente Usa Joe Biden ha parlato nei mesi scorsi dell'Articolo 5 come di “vincolo sacro”. Dalla stessa Casa Bianca però i toni sono risultati molto più smorzati.

Soltanto una volta, dalla fondazione della Nato, si è arrivati vicini alla possibilità di richiamare ufficialmente l'applicazione dell'Articolo 5 ed è stato in occasione degli attentati dell'11 settembre 2001. Inoltre è bene specificare che l'applicazione di tale articolo non implica precisi automatismi. Non tutti i Paesi sono chiamati cioè a entrare eventualmente in guerra. Viene lasciata discrezionalità ai governi, i quali possono decidere il tipo di apporto da offrire in base alle proprie scelte e alle proprie possibilità.

In queste ore comunque si sta facendo strada l'idea dell'invocazione da parte di Varsavia dell'articolo 4.

Lo ha rivelato il presidente lituano Gitanas Nauseda dopo una conversazione tenuta con il suo omologo polacco, Andrej Duda. Al momento però la discussione ufficiale in sede Nato sembra soltanto in fase embrionale.

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