
Durante la Guerra Fredda, e anche negli anni successivi, la Russia ha più volte tentato di ottenere il know how militare, informatico e microelettronico degli Stati Uniti attraverso sotterfugi e spionaggio. Il risultato non è stato eccellente, o almeno non al punto da consentire a Mosca di raggiungere lo stesso livello di Washington. Per certi versi lo si vede nella guerra in Ucraina ancora in corso e nelle armi impiegate dalle forze del Cremlino. Poche settimane fa, per esempio, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha visitato il poligono missilistico di Kapustin Yar, nella regione di Astrakhan, per presentare il nuovissimo missile da crociera S8000 Banderol. Per alcuni analisti questi missili deriverebbero da un progetto congiunto con la Cina. Non proprio, o almeno, non solo.
Il “segreto” dei missili russi
Che cos'è il Banderol? Come ha spiegato il sito Asia Times parliamo di missili in grado di essere lanciati da un elicottero o da un drone. Se l'Orion ha una gittata di 1.440 chilometri il Banderol, una volta lanciato, dovrebbe raggiungerne 500. Gli ucraini affermano che può utilizzare il GPS o altri collegamenti satellitari per le comunicazioni e il puntamento, oppure affidarsi esclusivamente a un sistema di navigazione inerziale. Un'arma, insomma, temibile. Ma che racchiude un interessante segreto. Già, perché alcuni dei suoi componenti, incluso il motore a reazione, sono cinesi. Lo Swiwin SW800Pro è disponibile in commercio sul sito di e-commerce Alibaba per 18.000 dollari. Altri componenti provengono sempre dalla Cina, ma anche dagli Stati Uniti, dall'Europa e (forse) dall'Australia.
Gli ucraini ritengono, nel dettaglio, che il modulo di telemetria RFD900x arrivi dall'Australia o (se copiato) dalla Cina. Dalla Cina arriverebbe anche il sistema di navigazione inerziale, mentre le batterie ricaricabili Murata sono Made in Japan e i esrvoazionamenti Dynamixel MX-64AR proverrebbero dalla Corea del Sud. L'antenna di disturbo CRP Kometa-M8 sarebbe russa ma quasi due dozzine di microchip arriverebbero da produttori statunitensi, cinesi, svizzeri, giapponesi e sudcoreani. In sostanza, molte armi russe in uso in Ucraina sono piene di componenti occidentali o cinesi. E questo significa che il sistema di approvvigionamento per far arrivare questi componenti alla Russia deve aver funzionato alla grande.
Componenti stranieri?
Attenzione però, perché stando così le cose i russi devono dipendere – più o meno indirettamente - dalla Cina per facilitare l'approvvigionamento dell'industria bellica dei componenti necessari. E se la catena di approvvigionamento dovesse interrompersi, Mosca si troverebbe ad affrontare una sfida a dir poco delicata.
E non è finita qui perché se la Cina riuscisse a diventare indipendente nella produzione di semiconduttori e computer per l'intelligenza artificiale, la Russia potrebbe presumibilmente chiedere aiuto a Pechino.
In cambio i cinesi sarebbero certamente interessati ad alcune potenti capacità russe, in particolare il missile balistico intercontinentale ipersonico Avangard e la sua controparte a medio raggio, l'Oreshnik.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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