
Mosca dovrebbe inviare droni kamikaze a Maduro per "scoraggiare" ulteriori manovre da parte delle navi da guerra degli Stati Uniti in prossimità delle acque territoriale del Venezuela. E fungere così da "deterrente" e possibile vettore per colpire tutte le istallazioni militari che affacciano sul Mar dei Caraibi.
Sarebbe questo il suggerimento - stranamente ben dettagliato e accompagnato da schemi che illustrano la portate dell'arma - proposto da Rybar, uno dei tanti blog militari russi, estremamente attivo in analisi e campagne di propaganda. Così, ancora una volta, i famigerati Shahed-136, i droni di fabbricazione iraniana che ora vengono prodotti in serie e in versioni fortemente implementate nelle capacità tecniche e prestazionali dalla Federazione Russa, rischiano di diventare il vero e proprio simbolo della "discordia" tra Washington e le potenze avversarie che si allineando con il cosiddetto asse del male, o con il nuovo "asse dello sconvolgimento" teorizzato dagli analisti geopolitici R. Fontaine e A. Kendall-Taylor.
Nella mappa del settore interessato, dove la Marina degli Stati Uniti ha appena schierato una piccola flotta di navi da guerra, sottomarini e aerei spia, vengono segnalate le posizioni di diverse infrastrutture marittime, basi militari come quella di Guantanamo, ubicata all'estremo settentrionale dell'isola di Cuba, e basi aeree, come quella di St. Croix alle Isole Vergini, e addirittura quella di Homestead in Florida, tutte nel raggio di gittata di un drone kamikaze del tipo Geran, ossia un drone Shahed-136 di progettazione iraniana migliorato e prodotto dalle fabbriche russe.
Va ricordato come il Venezuela, dove l’Iran vanterebbe un "crescente rapporto in ambito militare", non solo potrebbe "raggiungere il Continente americano sulla sponda sud dei Caraibi" con questo tipo di armi; ma come Maduro abbia ribadito "assoluta solidarietà con la Repubblica Islamica di Iran” dopo gli attacchi statunitensi alle istallazioni militari e ai siti nucleari avvenute nel contesto dell'Operazione Midnight Hammer, mostrandosi in linea i suoi principali alleati - Russia e Cina - e ribadendo la sua distanza politica dagli Stati Uniti.
Senza entrare nel merito delle manovre condotte dagli Stati Uniti, che stanno intensificando tutte le loro operazioni in tutta l'area centroamericana asserendo di voler semplicemente contrastare i cartelli della droga e lo strapotere dei narcos, e le preoccupazioni del governo di Caracas, che teme per la propria sovranità, è interessante notare come questa munizione circuitante o "drone suicida" prodotto ed esportato dall'Iran, che ha già trovato ampio utilizzo nelle mani dei ribelli Houthi dello Yemen nella Crisi del Mar Rosso, nei raid lanciati contro Israele da tutte le milizie alimentate da Teheran, e che ha di fatto ricalibrato l'intere strategia offensiva russa nei cieli dell'Ucraina, sia diventata un'arma onnipresente negli arsenali degli avversari di Washington.
Il vero simbolo dello sconvolgimento che sembra
volersi affidarsi proprio alle munizioni guidate a basso costo che potrebbero colpire, silenziosamente, basi e infrastrutture sensibili e forse ancora vulnerabili a queste nuovi armi, causando danni per milioni di dollari.