L'Italia ordina due nuove navi spia: cosa c'è dietro la mossa per la guerra ibrida

L’Italia investe 1,6 miliardi in due nuove navi spia J3MS, piattaforme hi-tech per l’intelligence e la sorveglianza dei mari. Obiettivo: rafforzare la difesa contro le minacce della guerra ibrida

L'Italia ordina due nuove navi spia: cosa c'è dietro la mossa per la guerra ibrida
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Il Governo italiano ha dato il via all'acquisizione di due nuove unità navali per la raccolta dati di intelligence. In dettaglio, come riporta RID, si tratta del programma relativo all’acquisizione della prima di 2 unità navali Joint Maritime Multi Mission System (J3MS) che copre la realizzazione e l’entrata in servizio dell'unità e il supporto logistico decennale della stessa, per un valore complessivo di 770 milioni di euro.

Per quanto riguarda il programma temporale dei finanziamenti, si prevede lo stanziamento di 30 milioni l’anno prossimo, 55 milioni nel 2027, 115 milioni nel 2028, 110 milioni nel 2029, 20 milioni nel 2030 e 2031, 100 nel 2032, 200 nel 2033, 85 nel 2034 e 35 nel 2035. Per la seconda unità e il relativo supporto logistico decennale, nonché per il “perfezionamento” della prima, sarà necessaria l'approvazione di un secondo decreto, per un valore stimato di circa 830 milioni di euro. In totale, dunque, il programma ha un valore complessivo di 1,6 miliardi.

ll programma J3MS mira all'ottenimento di una piattaforma multi-missione e multi-sensore navale, equipaggiata con moderni sensori per la raccolta informativa strategica e la superiorità elettronica, idonea ad integrarsi in un’architettura integrata di C4I (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer, Intelligence) per la condivisione real time delle informazioni, in grado di operare sia in contesto autonomo che di complessa struttura interforze. Le due nuove navi spia saranno dotate di capacità di mappatura dei fondali per la sorveglianza e protezione delle infrastrutture critiche sottomarine nazionali inoltre avranno la capacità di operare con “sistemi senza pilota” in modalità simultanea, quindi probabilmente di utilizzare droni aerei, di superficie e subacquei. Inoltre, sempre secondo quanto riferito dal Decreto Legge trasmesso recentemente alle Commissioni competenti di Camera e Senato, le due navi avranno un ponte di volo in grado di poter accogliere un elicottero NH-90.

Si ritiene che la costruzione delle unità sarà affidata all'industria italiana (Fincantieri in primis) mentre per la gestione ed elaborazione dei dati saranno coinvolte Rhode & Shwarz e L3Harris. Sappiamo che è stata richiesta la possibilità di utilizzare carichi containerizzati in modo che possano rapidamente essere riconvertite per diverse tipologie di missione.

La Marina Militare Italiana ha attualmente in servizio nave “Elettra” come unità da ricerca e sorveglianza, entrata in servizio nel 2005. Le due nuove navi spia si affiancheranno quindi a quest'ultima nella nostra Flotta. La “Elettra” può svolgere attività oceanografiche come la mappatura dei fondali e la raccolta di informazioni elettroniche e di segnali (ELINT/SIGINT), per le quali incorpora apparati elettronici avanzati di acustica e ricognizione. La nave è dotata di due motori elettromagnetici all'avanguardia, particolarmente silenziosi ed efficienti (è stata la prima al mondo a dotarsi di questo sistema di propulsione). Altre dotazioni includono un ROV (veicolo subacqueo a comando remoto), in grado di arrivare fino a mille metri di profondità, una camera di decompressione per 8 persone, un ecoscandaglio e la possibilità di operare con velivoli a pilotaggio remoto dal suo ponte di volo poppiero.

Nave Elettra è inquadrata nel COMFORAL (Comando Forze di Altura) ed è normalmente di base a La Spezia.

Varata nel 2002, ha un equipaggio di 30 marinai e 65 tecnici e una stazza di 2960 tonnellate a pieno carico ed è altamente automatizzata. La sua autonomia è di 8mila miglia a 12 nodi. L’attività operativa della “Elettra” è ovviamente classificata, ma è noto che sia stata ultimamente impiegata nella crisi libica del 2011 e nel Mar Nero nel 2014.

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