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Il Grande Balzo in avanti del Dragone: cosa nascondono le ultime riforme militari di Xi

Xi Jinping ha varato la più grande trasformazione dell'esercito cinese degli ultimi otto anni, e lo ha fatto in un momento in cui le tensioni con gli Usa sono tornate ad essere pericolosamente preoccupanti

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Ristrutturare le forze armate per sfidare il dominio degli Stati Uniti nel Pacifico. La Cina ha varato la più grande trasformazione del suo esercito degli ultimi otto anni, e lo ha fatto in un momento in cui le tensioni con gli Usa – al netto di incontri diplomatici e meeting – sono tornate ad essere pericolosamente preoccupanti. La principale modifica del nuovo "Grande Balzo in avanti" del Dragone coincide con l'istituzione di un inedito dipartimento dedicato alla guerra informativa sotto il comando diretto della Commissione militare centrale – il massimo organo statale che controlla l’Esercito popolare di liberazione – in una mossa che darebbe al leader cinese Xi Jinping un controllo ancora più serrato sull’esercito.

La svolta di Xi

La grande novità si chiama Forza di supporto informativo e, come spiegato da Xi in persona, questa unità mirerà ad "accelerare la modernizzazione militare e attuare efficacemente la missione delle forze armate popolari nella nuova era". Sarà affiancata ad altre due strutture di comando: una forza dedicata alle questioni aerospaziali e una ai dossier informatici. Evapora invece come neve al sole la Forza di supporto strategico (SFF), il corpo istituito otto anni fa come branca dell'EPL per combinare i dipartimenti di guerra informatica, informatica e spaziale.

Se la più recente grande ristrutturazione dell'esercito cinese decisa da Xi nel 2015 aveva spostato funzioni critiche come la logistica, la formazione e la mobilitazione direttamente sotto il comando della citata Commissione militare centrale – presieduta dallo stesso Xi – la creazione della SSF avrebbe dovuto riunire in un unico corpo le funzioni informative, informatiche e spaziali.

Come hanno evidenziato vari analisti, quella fase appariva tuttavia come transitoria. Non solo: il misterioso incidente avvenuto un anno fa nei cieli degli Stati Uniti, con un pallone aerostatico abbattuto dal governo Usa, in aggiunta alle indagini sulla corruzione dei generali e all'incapacità di conseguire sinergie tra le varie divisioni interne, avrebbero spinto Pechino a smantellare la SSF.

La necessità di Pechino e le preoccupazioni degli Usa

Il Financial Times ha scritto che il trasferimento delle tre nuove unità sotto il controllo della Commissione militare centrale – e dunque sotto Xi – consentirebbe al presidente cinese di eliminare livelli di comando e "parlare", in caso di necessità (leggi: in caso di guerra), direttamente alle forze tattiche. Per quanto riguarda la Forza di supporto informativo – una delle tre grandi novità – sarà guidata da Bi Yi, un generale veterano dell'esercito. Quest'ultimo sarà accompagnato da Li Wei nei panni di commissario politico.

Nel frattempo, il comandante delle forze statunitensi nella regione dell’Indo-Pacifico, John Aquilino, ha accusato la Cina di perseguire la strategia della "rana bollente", aumentando le tensioni nella regione con attività militari sempre più pericolose. "Sta diventando sempre più aggressiva e audace", ha spiegato, alludendo ad una metaforma emblematica. A detta dell'ammiraglio Usa, infatti, Pechino starebbe aumentando la "temperatura" in maniera graduale, spingendo numerosi attori a sottovalutare le sue mosse.

Il cambio di passo militare attuato dal Dragone, visto da Washington, è un chiaro campanello d'allarme.

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