Crisi del Mar Rosso

L'alto comandante pasdaran e la nave spia: così Teheran manovra gli Houthi contro Israele

Un generale iraniano ricercato dal 2007 e una nave spia della marina di Teheran che incrocia in prossimità di una base militare cinese a Gibuti potrebbero essere responsabili della "precisione" degli houthi che minacciano il Mar Rosso

L'alto comandante pasdaran e la nave spia: così Teheran manovra gli Houthi contro Israele

L’ombra dell’Iran aleggia e si estende lungo le coste dello Yemen da cui partono i droni e i missili a corto raggio destinati a colpire le navi in transito nel Mar Rosso. Gli Houthi non sono soli. Qualcuno li guida e gli fornisce armi e informazioni, anche se Teheran nega formalmente ogni genere di partecipazione nelle azioni offensive che stanno causando gravi danni sulle rotte commerciali che attraverso gli stretti strategici collegano Oriente e Occidente.

Secondo gli Stati Uniti sarebbe stato un alto comandante iraniano, Abdul Reza Shahlai, a dirigere i primi attacchi Houthi dall’interno dello Yemen in ottobre. Al contempo, la presenza una nave spia della Marina iraniana schierata in gennaio lascia ipotizzare un collegamento tra i missili e gli obiettivi navali che vengono “identificati” a grande distanza e dovrebbero rientrare tra i target degli houthi solo in base alla bandiera che battono.

Un generale iraniano con gli Houthi

Fonti intelligence Humint - agenti che raccolgono di informazioni per mezzo di contatti interpersonali e sono presenti in un dato posto - hanno segnalato la presenza del generale Shahlai, attribuendogli il ruolo di comandante de facto delle forze missilistiche e droni degli Houthi; ragione per cui gli americani offrono “15 milioni di dollari per informazioni su Shahlai”, riporta Bloomberg e, taglia confermata anche dal il portale governativo statunitense. "Per quanto riguarda l’Iran, ha fatto un lavoro straordinario, ha trasformato gli Houthi in un mostro”, ha affermato un diplomatico statunitense ed ex ufficiale d'intelligence attivo nel contrasto dell’Iran.

Ufficiale di alto livello della Forza Qods, componente del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica considerata "forza speciale" e adibita alla raccolta informazioni e alla conduzione di operazioni al di fuori del territorio iraniano, Abdul Reza Shahlai, anche noto come "Yusuf Abu al-Karkh’and Hajji Yusef", è ricercato dal 2007. Accusato di aver pianificato molteplici omicidi nelle forze della coalizione presenti in Iraq e di aver fornito "armi ed esplosivi a gruppi estremisti sciiti". Considerato un target di alto valore dagli americani, secondo le intelligence è di base a Sanaa, de iure dello Yemen.

L’Iran ha ammesso di sostenere gli Houthi, ma di non armarli, e afferma che sono loro a prendere le proprie decisioni autonomamente. L’Iran stesso ha minacciato e usato la forza, sequestrando un carico petrolifero legato agli Stati Uniti, promettendo ritorsioni se le sue stesse navi fossero state attaccate. Le esercitazioni congiunte con Russia e Cina nel vicino Golfo di Oman dovrebbero rappresentare un segnale di un'intesa con le grandi potenze orientali come deterrente.

Secondo Maysaa Shuja Al-Deen, ricercatrice presso il centro di studi strategici di Sanaa: “Gli Houthi hanno dimostrato di essere un attore regionale importante ed efficace e l’Iran serve le loro ambizioni politiche”, affermandosi come armed non-state actor di rilievo nella regione. Un asset capace di proiettare la potenza di Teheran su uno dei sei principali punti di strategici per l'economica mondiale: stretto di Bab el-Mandeb che conduce al Canale di Suez.

Una nave spia da "hackerare"

In questo contesto gli Stati Uniti hanno recentemente condotto un attacco informatico contro una nave militare iraniana sospettata di raccogliere informazioni sulle navi mercantili in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Le informazioni verrebbero comunicate agli houti al fine di rendere gli attacchi "mirati ed efficaci". A riportare la notizia sono fonti dell'Nbc, indicati come funzionari statunitensi.

L’operazione in questione mirava a "inibire la capacità della nave iraniana di condividere informazioni con i ribelli Houthi nello Yemen", ipotizzando che le informazioni ottenute dagli iraniani possano in qualche modo fornire ai ribelli yemeniti classificazione e identificazione degli obiettivi migliori sui quali lanciare missili e droni suicidi. L'imbarcazione considerata una nave spia, è denominata MV Behshad, e secondo i dati di tracciamento ha preso la sua posizione operativa al largo della coste del Gibuti in gennaio. Proprio in prossimità di una base militare cinese stabilita sulla terraferma.

Secondo gli analisti dell'intelligence statunitense questa posizione potrebbe essere stata scelta dalla marina iraniana proprio per "scoraggiare le forze navali statunitensi dal tentare di attaccare fisicamente o abbordare la sospetta nave spia". L’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha invece dichiarato alla Nbc che la MV Behshad si trova nel Mar Rosso “per combattere le attività di pirateria” e non sta fornendo alcuna informazione ai ribelli houthi.

I funzionari statunitensi in genere non rivelano operazioni segrete di questo tipo. In particolare gli attacchi informatici lanciati dalle unità addette alla guerra cibernetica. Tuttavia l'informazioni su un'azione contro sospetta nave spia iraniana, sebbene priva di dettagli e conferme del Pentagono, è in qualche modo "trapelata".

È evidente come in questo caso qualcuno abbia deciso di fare una eccezione per mandare un messaggio non criptato a un avversario noto.

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