
Pesa meno di un chilogrammo. È simile a una borraccia termica ma non è un oggetto per un uso quotidiano. Al contrario è l'ultimo micro-drone progetto dalla Cina e che dovrebbe presto essere al servizio dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Il nuovo Uav del Dragone, scrivono i media cinesi, è in grado di trasportare fino al doppio del suo peso grazie al sistema a doppio rotore coassiale. È dotato di un processore neurale integrato che utilizza l'intelligenza artificiale per il puntamento, consentendo a un singolo operatore di controllare più droni contemporaneamente. Ecco tutto quello che sappiamo di questo dispositivo.
Il nuovo drone della Cina
Il drone in questione, definito "il primo del suo genere", è silenzioso e dotato di rotori pieghevoli e vani di carico modulari, che gli consentono di supportare missioni di ricognizione e di attacco. Può essere armato, ha scritto il portale Defence Post, con un massimo di tre granate e lanciato da un lanciagranate da 35 mm per un decollo più rapido e una maggiore gittata. Il South China Morning Post ha fatto sapere che lo sviluppo dell'Uav sostiene il piano di Pechino di "acquisire un vantaggio iniziale nella guerra intelligente".
La Cctv ha evidenziato l'uso di droni con visuale in prima persona, o FPV, guidati da cavi in fibra ottica, utilizzati da una brigata del PLA del 71esimo Gruppo d'Armata. Ebbene, la Cina è destinata a ricoprire un ruolo guida in questo settore: secondo gli ultimi dati del settore, nel 2023 ha prodotto oltre 350 milioni di chilometri di fibra, pari al 62,5% della produzione globale. Pare, inoltre, che Pechino stia realizzando droni improvvisati capaci di lanciare granate e mortai, basandosi su precedenti tentativi come il Blowfish A2, un drone ad alta velocità sviluppato da Zhuhai Ziyan Uav in grado di lanciare otto colpi di mortaio a esplosione aerea.
In un contesto di crescente interesse per i droni da combattimento, università e istituti cinesi hanno segnalato progressi significativi nelle comunicazioni tra droni tramite fibra ottica. Un esempio è l'SKP-880FM, sviluppato congiuntamente da Wang Hongyu e dal suo team di ricerca presso la Shanghai Jiao Tong University e Xuntian Optoelectronics di Jiaxing. Il drone ha completato con successo i voli di prova all'inizio di quest'anno e utilizza la comunicazione in fibra ottica per trasmettere segnali di controllo e dati, migliorando notevolmente la stabilità del segnale e la sicurezza operativa.
L'obiettivo di Pechino
Il concetto cinese di "guerra intelligente" si riferisce a una nuova, avanzata fase di combattimento che integra ampiamente l'intelligenza artificiale e l'autonomia, combinando l'intelligenza umana e quella delle macchine in tutte le applicazioni militari. In ogni caso, per i media cinesi il velivolo senza pilota Caihong-9, conosciuto anche come Rainbow-9, cambierà la guerra dei droni grazie alla sua autonomia e all'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
La richiamata Cctv ha fatto sapere che questo Uav d'attacco richiede un equipaggio di terra di cinque persone per gestire la supervisione del volo e i sistemi di carico utile. I miglioramenti dell'Ia hanno inoltre ridotto i suoi tempi di risposta alle missioni e gli permetterebbero di lavorare senza problemi con i caccia stealth.
Questa, almeno, è stata la valutazione dell'ex istruttore dell'esercito cinese Song Zhongping, dopo che all'inizio del mese l'emittente statale del Paese aveva mandato in onda un filmato del Rainbow-9 - l'ultimo drone cinese di media-alta quota e lunga resistenza – impegnato in una prova di volo pubblica in un campo di volo nel nord dello Shaanxi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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