Difesa

"Vi colpiamo coi Tayfun". Minaccia choc di Erdogan alla Grecia

Erdogan punta alla Grecia: i nuovi missili turchi possono "colpire Atene". Si alza la tensione tra gli ellenici e la Turchia

"Possiamo colpirvi coi Tayfun". Minaccia choc di Erdogan alla Grecia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan rilancia la sua retorica di fuoco contro la vicina Grecia ricordando che grazie al nuovo missile Tayfun Ankara ha le forze per "colpire Atene" con un attacco balistico. Il Sultano ha parlato di fronte a una serie di organizzazioni giovanili in un evento a Samsun in cui si è lasciato andare a una serie, non troppo velata, di minacce e parlato della prospettiva di una Turchia autonoma militarmente.

Ankara, ha detto Erdogan, "ha già avuto molti successi nell'industria della difesa nazionale. Quando siamo saliti al potere nel 2002, il 20% dell'industria della difesa era nazionale, ma ora l'80% è nazionale. Ora siamo autosufficienti. Ora produciamo munizioni per aerei da combattimento F-16. Abbiamo già iniziato a costruire i nostri missili" e i Tayfun, con una gittata superiore ai 500 chilometri, raddopiano la portata della proiezione balistica del Paese. La produzione dei missili della Turchia "sta spaventando la Grecia. Parli del missile Tayfun, il greco si spaventa", dice Erdogan, ritenendo certo che gli ellenici pensano che esso "colpirà Atene. Certo che lo farà. Se non ti comporti bene", ha ammonito.

Erdogan fa riferimento al riarmo greco orientato principalmente all'acquisto di dispositivi militari dalla Francia e dagli Stati Uniti e fondato sull'obiettivo di consolidare le linee di difesa nel Mar Egeo da possibili incursioni turche.

Nonostante risultino formalmente alleati in seno ala Nato, Grecia e Turchia da decenni sono rivali per un'ampia serie di controversie bilaterali. Queste dinamiche riguardano principalmente la delineazione dei confini marittimi, le rivendicazioni sovrapposte dei due Stati sulle loro piattaforme continentali marittime e la lunga disputa su Cipro, invasa mezzo secolo fa da Ankara per creare lo Stato fantoccio di Cipro Nord.

La Turchia, scopertasi sempre più centrale tra Russia, Usa e Cina, sta alzando l'asticella delle ambizioni politiche su molti fronti. Come ricordato da Inside Over, mette in campo forze armate sempre più consistenti ai confini con la Siria dopo aver bombardato le truppe curde Ypg. Al contempo, non rompe con Mosca ma fornisce i suoi droni all'esercito ucraino in difesa nel Donbass. Infine, con Washington gioca al rialzo criticando il sostegno a Paesi rivali compresa Atene.

Con grande ira dei turchi, nota Politico.eu, "la Grecia ha concesso all'esercito statunitense un accesso illimitato alle basi chiave in un aggiornamento del loro accordo di cooperazione di mutua difesa nell'ottobre 2021. Erdoğan ha interrotto tutti i colloqui bilaterali con la Grecia lo scorso maggio dopo che il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha esortato i legislatori statunitensi a bloccare le vendite di armi alla Turchia".

Ora arrivano nuove minacce concrete sul piano politico e militare promosse tanto per alzare la tensione quanto per ricordare quanto la Turchia sia capace di proprie incursioni sul fronte strategico e delle forze armate. Dichiarazioni roboanti non presuppongono necessariamente azioni concrete, e Erdogan è abituato ad alzare i toni per poi cercare abboccamenti diplomatici. Intanto è arrivato, sicuramente, un messaggio sulla dichiarata autonomia militare di Ankara in seno alla Nato.

Che rafforza la volontà di Erdogan di far giocare il suo Paese come battitore libero nell'Alleanza Atlantica.

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