Munizioni, missili, esplosivi: gli Usa riaccendono la macchina bellica, il piano di Trump

Si intensificano gli sforzi delle forze armate Usa per aumentare la produzione domestica di munizioni. La nuova strategia prevede fondi alla ricerca, nuove fabbriche e la ripresa della produzione di Tnt

Munizioni, missili, esplosivi: gli Usa riaccendono la macchina bellica, il piano di Trump

Mentre molti sorridono di fronte alle esagerazioni di Trump, l’apparato militare degli Stati Uniti sta operando un cambio di rotta che non si vedeva dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopo decenni di outsourcing che hanno degradato l’industria delle munizioni domestica, sono state aperte nuove fabbriche che producono proiettili d’artiglieria ed è stata ripresa la produzione di esplosivi nel territorio americano. Per i vertici delle forze armate Usa, si tratta di una sfida strategica imposta dall’elevato consumo di munizioni in Ucraina e Israele che rischiava di esaurire del tutto le riserve militari.

Un cambio di strategia a tutto tondo

Il responsabile delle munizioni dello Us Army si è recato recentemente ad Indipendence, Missouri, dove si trova la fabbrica di munizioni di Lake City: per la prima volta dal 26 dicembre 1940, quando la guerra con Germania e Giappone non era ancora iniziata, sarà realizzato un nuovo centro di produzione di munizionamento militare. Non si tratta affatto di un caso isolato ma di un segnale chiaro del cambio di strategia da parte del Congresso e dell’amministrazione Trump, che stanno investendo pesantemente per potenziare sia gli impianti direttamente controllati dalle forze armate che quelli dei contractor privati. Il dipartimento della Difesa ha deciso questo cambiamento epocale quando le riserve strategiche di missili e munizioni sono calate sotto al livello di guardia visto le massicce spedizioni verso il fronte ucraino e israeliano. I vertici dello Us Army hanno finora investito 4,9 miliardi di dollari per aprire nuove linee di produzione e rendere la catena d’approvvigionamento più robusta, promuovendo l’uso di produttori locali invece che stranieri.

Obice M777 Ucraina 2022

L’obiettivo, in realtà, è ancora più ambizioso: “espandere e modernizzare gli impianti esistenti per aumentare velocità, flessibilità e capacità” per consentire all’industria americana di avere capacità produttive in grado di sostenere la difesa nazionale anche in caso di un conflitto prolungato. I risultati sono già impressionanti: l’esercito americano ha quadruplicato la produzione di proiettili da 155 millimetri il mese scorso ma punta a far crescere ulteriormente la capacità di punta “spostando la produzione dei proiettili da un unico impianto a quattro sedi di produzione entro la fine del 2025”. Poche settimane fa, un impianto completamente automatizzato che produce proiettili d’artiglieria ha aperto nei sobborghi di Dallas mentre lo scorso aprile, un impianto dedicato al caricamento e alla gestione di munizioni è stato inaugurato in Arkansas. Altrettanta attenzione è stata dedicata alla logistica: lo scorso maggio al Crane Army Ammunition Activity in Indiana è stata inaugurata un’area dove preparare i carri ferroviari per il trasporto degli esplosivi. Con più spazio a disposizione, la produzione della fabbrica potrebbe raddoppiare in pochi mesi.

Riprende la produzione di esplosivi

L’approccio dei vertici delle forze armate verso l’aumento della produzione di munizioni coinvolge tutta la filiera produttiva. Gli Stati Uniti hanno smesso di produrre il trinitrotoluene, il famoso Tnt, nel lontano 1986, affidandosi a fornitori stranieri per aggirare le norme per la protezione dell’ambiente. Dopo gli enormi problemi alla supply chain dovuti agli scioperi nei porti di qualche anno fa, si è deciso di riprendere la produzioni di esplosivi in un nuovo impianto nel Kentucky. Il Pentagono, poi, è stato autorizzato a riaprire una miniera in Idaho per tornare a produrre i minerali fondamentali per la produzione di esplosivi adatti all’impiego militare.

Munizioni 155mm Ucraina Donetsk 2024

La produzione di nitrocellulosa e propellenti specifici nella fabbrica dell’esercito di Radford è stata aumentata grazie ai finanziamenti garantiti dal Congresso. Si guarda anche agli sviluppi necessari per rimanere al passo con i tempi: all’arsenale di Picatinny, nel New Jersey, si stanno studiando esplosivi di nuova generazione ma anche soluzioni più futuribili, come l’uso dell’intelligenza artificiale e della manifattura additiva per aumentare le prestazioni delle armi a energia diretta. A gestire questo immenso sforzo è un nuovo comitato formato recentemente al Pentagono ma cambiare rotta dopo decenni di declino e non sarà né semplice né indolore.

Obiettivo: rafforzare la deterrenza Usa

L’esercito sta cercando di aumentare la capacità produttiva invece di dover spendere una fortuna per acquisire grandi quantità di munizioni nelle emergenze. Questa war room sta cercando di organizzare sia l’introduzione di nuove tecnologie che mettere in piedi piani di espansione rapida se la situazione internazionale lo richiedesse. L’obiettivo è di sviluppare un apparato produttivo per le munizioni in vista di operazioni nell’area indo-pacifica. Dopo tre anni passati a cercare di fornire sufficienti munizioni ad Ucraina e Israele, i vertici dell’esercito considerano la capacità di ricostituire le scorte strategiche tramite aziende basate negli Usa la pietra angolare della strategia di difesa per i prossimi anni.

Munizione 155mm Ucraina 2025

Una volta tanto, i fondi non mancano: il Big Beautiful Bill ha allocato 25,3 miliardi di dollari per l’approvvigionamento di munizioni, missili e ridurre le minacce strategiche alla loro produzione domestica. Il Congresso sta cercando di mettere in piedi un programma volontario con le industrie del settore per garantire che, in caso di emergenza, siano pronte a fornire quantità crescenti di munizioni. L’ultima volta che fu istituito un programma del genere fu fondamentale per rendere gli Stati Uniti l’arsenale della democrazia.

La speranza è che un’industria della difesa più forte sia in grado di riempire i magazzini vuoti e rendere di nuovo credibile la deterrenza dagli Stati Uniti nei confronti dei nemici di oggi e di domani.

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