"Minaccia ibrida di Cina e Russia nel Mediterraneo": l'allarme di Cavo Dragone

Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, le attività di Cina e Russia a sud del Mediterraneo e in Africa mirano a "erodere la coesione del mondo liberale generando instabilità e innescando crisi"

"Minaccia ibrida di Cina e Russia nel Mediterraneo": l'allarme di Cavo Dragone
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Dalle conseguenze della guerra in Ucraina a quelle del conflitto israelo-palestinese, dal terrorismo internazionale alle attività di Russia e Cina in Africa. Il Mediterraneo è diventato l'epicentro di un contesto di iper competizione nel quale si sommano molteplici sfide che potrebbero decidere il futuro del mondo liberale. Lo ha spiegato, in maniera chiara e lineare, il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, designato quale 34esimo presidente del Comitato militare della Nato dal gennaio 2025, alla riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell'Assemblea parlamentare Nato.

Le parole di Cavo Dragone

Dragone ha definito le suddette sfide "le più complesse dalla Guerra Fredda a oggi", aggiungendo che, ad inasprire il quadro, troviamo "l'impiego di forme di minacce ibride ed estese campagne di disinformazione" che arrivano da Russia, Cina e Iran. In maniera specifica, il capo di Stato Maggiore della Difesa ha parlato delle attività russe e cinesi nel sud del Mediterraneo e nel continente africano, che mirano a "erodere la coesione del mondo liberale, generando instabilità e innescando crisi".

"La progressiva destabilizzazione del fianco Sud è un ulteriore mezzo di offesa, che sommandosi alle minacce del fronte orientale degrada la nostra sicurezza", ha dichiarato Dragone, lasciando intendere che l'insieme di tali fattori può avere conseguenze importanti per la sicurezza globale del continente europeo. "È evidente come la sicurezza lungo il fianco est sia legata a quello sud e alle dinamiche mediterranee dove è necessario fare di più", ha chiarito.

Una possibile soluzione per arginare l'influenza di Paesi rivali coincide con la ricerca di un maggior coordinamento e coordinazione tra la Nato e l'Ue, oltre che tra i singoli Paesi membri dell'Unione europea. "Potrà contribuire a superare la diffidenza con cui a volte è percepito l'approccio dell'Alleanza verso il Sud", ha affermato ancora il capo dei Stato maggiore.

L'ombra di Russia e Cina

Nel continente africano, a sud del Mediterraneo, Russia e Cina continuano "in chiave anti occidentale" ad "attuare con impeto maggiore, nuove forme di minaccia, anche attraverso strategie ibride, impiego di milizie private e campagne di disinformazione", ha chiarito Dragone.

A proposito di Russia e Cina, sono questi i due attori più rilevanti nel continente africano. Per anni Mosca ha preferito occupare l'arena militare della regione, puntando sull'azione del gruppo Wagner. Al contrario, Pechino ha lavorato per accrescere i legami economici con vari governi locali, giocando la carta della Nuova Via della Seta.

Il modus operandi adottato dai due Paesi è agli antipodi. Quando un Paese africano si rivolge alla Russia, il Cremlino invia in loco i suoi mercenari, fornisce aiuto contro i ribelli e terroristi, addestra l'esercito locale e aiuta a stabilizzare la posizione delle autorità. Al contrario, il gigante asiatico si limita ad utilizzare i suoi denari per costruire infrastrutture strategiche o investire in siti rilevanti.

L'azione congiunta di Cina e Russia, nelle parole di Dragone, rappresenterebbe dunque una minaccia in grado di destabilizzare il Mediterraneo.

Il motivo? "Una precedente forma di strumentalizzazione dell'immigrazione l'abbiamo vista con la Bielorussia ai confini della Polonia. Noi ci aspettiamo che questo fenomeno possa essere sfruttato in maniera anche massiva dal fronte sud", ha quindi concluso lo stesso Dragone.

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