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La Russia vuole zittire Parabellum: il caso Campochiari diventa politico

Il tribunale russo ordina allo youtuber italiano di bloccare la sua mappa sulla guerra in Ucraina. Pressioni e richieste “illegittime” contro l'analista italiano. Calenda presenta un’interrogazione, Crosetto allertato

La Russia vuole zittire Parabellum: il caso Campochiari diventa politico
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Non so se ci rendiamo conto. Vi spiego, per chi non lo conoscesse: Mirko Campochiari è il titolare del canale Youtube Parabellum, visto da milioni di persone, dove insieme a esperti di guerra, generali illuminatissimi (come Paolo Capitini), ogni settimana trasmettono una live dettagliata dove fanno fact checking e lunghe discussioni sulle notizie dei principali conflitti. Uno di questi, molto seguito da Parabellum, è quello tra Ucraina e Russia.

E cosa succede? Mirko riceve una comunicazione dal tribunale russo di Voronezh, recapitata tramite Roskomnadzor, l’ente federale russo per l’informazione e le telecomunicazioni, secondo la quale lo Stato russo pretende che Mirko blocchi l’accesso dalla Russia della sua mappa del conflitto (dalla Russia? Deve bloccare l’accesso lui? Se lo blocchino loro), subisca pressioni dirette dai provider italiani perché rimuovano il contenuto, firmi la comunicazione e elimini i materiali considerati «vietati» dalla Federazione russa.
Ho segnalato il caso a Carlo Calenda, che ha già avviato un’interrogazione parlamentare, e anche il nostro Ministro Guido Crosetto è allertato dal caso. Di sicuro a Putin, alla Federazione Russa, e a chi per loro sfugge una cosa: noi siamo una democrazia, e come democrazia occidentale, europea, e liberale, appoggiamo l’Ucraina, perché l’Ucraina è l’Europa, e non ha nessuna intenzione di tornare sotto il controllo putiniano, evoluzione di quello sovietico (tant’è che non è che la NATO si sta espandendo, sono i paesi ex sovietici che vogliono entrare nella NATO per essere difesi, chiedetevi perché).

Non solo, ma non hanno alcuna giurisdizione su di noi. Ma anche il fatto che pretendano di averla, sullo youtuber più seguito nel conflitto in corso, è molto grave. Chiamo Campchiari e gli chiedo: «Sei preoccupato?». Lui: «Io me ne sbatto, ma pensa quante volte è successo o potrà succedere con siti meno strutturati e meno forti di me».

Quello che è successo a Parabellum, che ha le spalle larghe e anche consulenti militari con le molte mostrine sulle spalle, è un caso emblematico. Si tentano di silenziare la libertà di analisi, la libertà di pensiero, come fossimo in Russia. Ma noi non siamo in Russia. Per fortuna. Forza Mirko.

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