Il Mossad avrà un nuovo direttore. Dopo lo Shin Bet, l’agenzia di spionaggio israeliana che si occupa della sicurezza interna, anche il Mossad, il famoso e temuto servizio segreto che si occupa delle operazioni all’estero, avrà un nuovo direttore nominato direttamente dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha nominato il segretario militare, il maggior generale Roman Gofman.
In una fase che si conferma ancora estremamente delicata e instabile per l’intera regione del Medio Oriente, scossa dalle azioni militari scatenate dai fatti del 7 ottobre, l’imminente passaggio di consegne al vertice del servizio segreto israeliano viene considerato da alcuni osservatori internazionali come la “continuazione della politicizzazione e presa di controllo dell'intera comunità dell’intelligence” da parte del capo del governo di Tel Aviv, che invece di selezionare un profilo all’interno del servizio segreto ha scelto un suo segretario come 14° capo del Mossad.
Considerato estremamente vicino alla figura del primo ministro israeliano, Gofman succederà all’attuale vertice dei servizi segreti esteri, David Barnea, che lascerà l'incarico nel mese di giugno. Secondo quanto riportato dall’emittente Channel 12, la scelta di Gofman è partita direttamente da Netanyahu, che ha scartato i due candidati suggeriti da Barnea per imporre “un outsider del Mossad” che troverà certamente un’opposizione da parte del consiglio di sicurezza israeliano. O almeno, un’opposizione decisamente maggiore rispetto a quella sollevata per la nomina dell'ex generale delle Forze di Difesa israeliane David Zini, ora a capo dell'agenzia di sicurezza interna, lo Shin Bet.
Per il primo ministro israeliano, Gofman, con una carriera militare nell’unità corazzata, è un “ufficiale di grande prestigio” e la “sua nomina a segretario militare del primo ministro nel pieno della guerra ha dimostrato che possiede eccezionali capacità professionali, dal suo rapido ingresso nel ruolo al suo immediato e significativo coinvolgimento nelle sette arene della guerra”. Gofman ha mantenuto un “coordinamento continuo con tutte le agenzie di intelligence e sicurezza, in particolare il Mossad”, e per questo viene ritenuto il "candidato più qualificato e idoneo” per ricoprire la carica di direttore del servizio d’intelligence israeliano. Una conclusione che potrebbe non trovare l’accordo dell’intelligence israeliana, che potrebbe, al contrario, considerarsi scavalcata da una nomina politica, indotta dalle necessità di Netanyahu, interessato a circondarsi di uomini fidati nelle posizioni apicali in vista di un futuro ancora incerto.
Nominato segretario militare di Netanyahu nel 2024, Gofman ha redatto un “controverso documento in cui raccomandava a Israele di mantenere il controllo militare sulla Striscia di Gaza dopo aver sconfitto Hamas nella guerra”. Un documento che, secondo le Forze di Difesa Israeliane, va considerato come un “documento interno e classificato che presenta solo la posizione dell'ufficiale e non rappresenta la posizione ufficiale delle Idf”. Degna di nota anche la visione espressa da Gofman in articolo accademico pubblicato nel 2019 dove ha proposto un "nuovo equilibrio nucleare multipolare in Medio Oriente con Russia, Cina e Stati Uniti per contrastare l'Iran". Nell'articolo intitolato Yesterday's Doomsday, il maggior generale Gofman propone "una soluzione radicale alla crisi nucleare iraniana: la vendita di testate nucleari israeliane a Egitto, Arabia Saudita e Turchia".
Il quotidiano The Times of Israel ricorda come la nomina di un generale a capo del Mossad sia un caso raro, ma non privo di precedenti, citando il caso di Meir Dagan, generale di divisione a capo dell'agenzia di spionaggio dal 2002 al 2011, e Danny Yatom, a capo del Mossad dal 1996 al 1998.
Secondo SpyTalk, la nomina del nuovo vertice del servizio segreto estero, dopo la nomina del vertice dello Shin Bet e del Cogat – l’unità del ministero della Difesa israeliano che coordina le Attività Governative nei Territori di Cisgiordania e nella Striscia di Gaza – dimostra che anche il Mossad sarebbe "vittima" delle decisioni compulsive di Netanyahu, che vuole mettere un suo uomo a guida della principale agenzia di spionaggio israeliana, contravvenendo alla tradizionale indipendenza del servizio segreto che, proprio in virtù della sua "posizione", ha scelto di sconfessare operazioni di altissimo livello, come l'opaco raid di Doha, un'azione militare clandestina che mirava a eliminare i vertici di Hamas nel corso di un meeting per discutere le clausole dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. Fallendo il colpo.
È proprio di questi giorni la notizia che Stati Uniti, Qatar e Israele si stanno incontrando a New York per cercare di "ricostruire i rapporti
dopo il raid israeliano a Doha”. L’informazione è stata riportata da Axios. All’incontro avrebbero partecipato Steve Witkoff, l’attuale capo del Mossad David Barnea e un altro funzionario del Qatar.