Nella giornata di ieri l'Italia ha formalmente avviato il processo di appalto per due cacciatorpediniere di nuova generazione – denominati Ddx – indicando il 18 febbraio 2026 come data prevista per l'avvio della procedura effettiva, con una dotazione di bilancio complessiva di circa 2,7 miliardi di euro.
Nel Dpp Difesa del 2020, il Documento Programmatico Pluriennale che stabilisce quali siano gli indirizzi e soprattutto i programmi e i finanziamenti previsti per le Forze Armate italiane per un periodo di tre anni, era comparso per la prima volta il progetto per una nuova classe di cacciatorpediniere. Allora, era stato avviato lo studio per lo sviluppo e l’acquisizione delle nuove unità navali, finanziato nel bilancio ordinario della Difesa per un importo di 4,5 milioni di euro per studi di de-risking (riduzione del rischio) distribuiti nei successivi due anni. La Marina Militare puntava a definire i requisiti finali entro il 2022 e a siglare il contratto di produzione l’anno successivo, che avrebbe dovuto portare ad avere la prima unità pronta per il 2028. Il programma quindi ha subito un ritardo di circa tre anni, molto probabilmente dovuto alla definizione dei requisiti e il successivo stanziamento di fondi.
Le future unità andranno a sostituire i due cacciatorpediniere della classe Ammiragli: nave Durand de la Penne e nave Mimbelli, varate tra il 1989 ed il 1991. I due nuovi Ddx affiancheranno, pertanto, i due classe Orizzonte: l’Andrea Doria e il Caio Duilio, consegnati alla Marina rispettivamente nel 2007 ed nel 2009.
La procedura burocratica formalizzata dalla Difesa nei giorni scorsi definisce la governance, l'architettura industriale e l'intento strategico delle due nuove navi da guerra sotto l'egida di Occar (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement) e stabilisce che sia Orizzonte Sistemi Navali (Osn) la controparte industriale.
La documentazione presentata descrive il Ddx come un'evoluzione basata sul disegno generale delle fregate Fremm Evo, con Osn che detiene i relativi diritti di proprietà industriale e intellettuale. In sostanza è stata data priorità alla tempistica e al rischio di integrazione rispetto alla concorrenza, dimostrando un approccio volto a schierare un sistema di combattimento complesso in tempi ristretti. Si ritiene che a queste due prime unità seguiranno altre due che andranno a sostituire in futuro i cacciatorpediniere della classe Orizzonte.
I Ddx saranno cacciatorpediniere con un dislocamento di circa 14mila tonnellate con una spiccata vocazione da difesa aerea intesa a rafforzare la capacità di protezione non solo della flotta nazionale ma anche dell'intero sistema di difesa italiano. La dotazione missilistica di bordo, infatti, prevede anche l'imbarco di missili antimissile, scelta che rende le due nuove unità simili, per concetto, ai cacciatorpediniere statunitensi della classe Arleigh Burke. Da quest'ultimo punto di vista sono confermate 80 celle i lancio verticali , con lanciatori A-70 e A-50. È però anche molto probabile che sulle navi potrebbe essere imbarcato il nuovo lanciatore multi-missile A-70 NG (Next Generation), i cui studi sono già partiti, che sarà in grado di impiegare i nuovi missili da crociera supersonici antinave (FC/ASW), quelli della famiglia Aster e l’intercettore anti-ipersonico Aquila di Mbda.
Queste informazioni ci permettono di affermare che la Marina Militare ha fatto un salto di qualità per quanto riguarda la capacità di scorta del suo gruppo portaerei e gruppo anfibio che, come detto, sarà in grado anche di difendere il territorio nazionale dalla minaccia di missili balistici e ipersonici.