Gli Usa schierano l'SSGN Ohio: cosa può fare il sottomarino nucleare

Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che un sottomarino lanciamissili da crociera è giunto in Medio Oriente

Gli Usa schierano l'SSGN Ohio: cosa può fare il sottomarino nucleare
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In un raro annuncio, il dipartimento della Difesa Usa ha reso noto che un sottomarino lanciamissili da crociera a propulsione nucleare (SSGN) della classe Ohio è arrivato nell'area di responsabilità dell'U.S. Central Command (Centcom), ovvero in quella regione di globo che va dal Medio Oriente (incluso Egitto e Africa) sino all'India passando per l'Asia centrale.

L'annuncio arriva nel contesto della crisi internazionale scaturita dall'attacco di Hamas il 7 ottobre scorso e della risposta di Israele, che ha invaso la parte settentrionale della Striscia di Gaza. Gli SSGN della classe Ohio sono in servizio nella U.S. Navy in quattro unità, e si tratta di sottomarini modificati rispetto ai normali Ohio per poter lanciare missili da crociera.

Nella fattispecie questi battelli possono trasportare 154 missili Tomahawk, il 50% in più rispetto ai cacciatorpediniere lanciamissili statunitensi della classe Arleigh Burke e sei volte la dotazione di cui sono armati i nuovi sottomarini d’attacco della Marina statunitense della classe Virginia (dotati di lanciatore VPM – Virginia Payload Module). Ogni missile da crociera Tomahawk può trasportare una testata ad alto esplosivo fino a 454 chilogrammi su una distanza compresa tra 1250 e 2500 chilometri a seconda della versione.

Gli SSGN Ohio sono una versione modificata del sottomarino lanciamissili balistici a propulsione nucleare omonimo. Per conformarsi alla riduzione degli armamenti secondo il trattato Start II, la U.S. Navy ha modificato i quattro più vecchi classe Ohio (l'Ohio, SSGN-726, il Michigan SSGN-727, il Florida SSGN-728 e il Georgia SSGN-729) in configurazione lanciamissili da crociera. La conversione è stata ottenuta installando sistemi di lancio verticale (Vls – Vertical Launch System) in una configurazione denominata "contenitore multiplo all-up-round". Questo sistema, che ricorda un tamburo di una pistola a revolver, è stato installato in 22 dei 24 tubi che ospitavano i missili balistici (SLBM) e ciascun “tamburo” ospita 7 missili da crociera Tomahawk. I 2 tubi rimanenti sono stati convertiti in camere di equilibratura per essere utilizzate dal personale delle forze speciali che può essere trasportato a bordo. Questi particolari tubi possono anche essere utilizzati per trasportare e lanciare UAV (Unmanned Air Vehicle) o UUV (Unmanned Underwater Vehicle).

La prima unità di questo tipo, l'USS Ohio, è rientrata in servizio come SSGN a febbraio 2006. Il sottomarino è lungo 170 metri, largo 10 e un dislocamento in immersione di 18750 tonnellate. Il battello è alimentato da un reattore nucleare capace di erogare 60mila cavalli per una velocità in immersione di 25 nodi (12 in superficie). L'autonomia, come per tutti i vascelli a propulsione nucleare, è illimitata ma dipende dalle riserve di scorte a bordo per l'equipaggio e dalla resistenza degli uomini: orientativamente a bordo di queste unità si alternano due equipaggi (blu e oro) per un periodo di sei mesi. La profondità operativa raggiungibile, secondo i test, si aggira sui 240 metri, mentre quella di schiacciamento – ovvero alla quale il sottomarino implode – è coperta da segreto.

L’annuncio dell'arrivo di un SSGN nell'area di operazioni del Centcom è un chiaro messaggio di deterrenza diretto all’Iran e ai suoi alleati nella regione. Il sottomarino si unisce a una serie di altre risorse della marina americana già presenti nell'area, tra cui due gruppi d'attacco di portaerei (uno nel Mediterraneo e uno ora in transito nel Mar Rosso) e un gruppo anfibio dei Marines sempre nel Mar Rosso.

Ad aprile gli Stati Uniti avevano fatto sapere che l'USS Florida, uno dei due SSGN basati sulla costa orientale americana, stava operando in Medio Oriente,

mentre a giugno aveva reso noto la visita di un altro SSGN, l'USS Michigan basato sulla costa occidentale, in Corea del Sud come dimostrazione dell’impegno degli Stati Uniti nei confronti dei suoi alleati dell’Indo-Pacifico.

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