Spesa record per uno scudo di droni: la mossa che cambia gli equilibri del Pacifico

Con una spesa prevista di 8,8 trilioni di yen per il prossimo anno fiscale Tokyo punta a triplicare gli investimenti nei droni, considerati strumenti strategici in un contesto regionale sempre più instabile

Spesa record per uno scudo di droni: la mossa che cambia gli equilibri del Pacifico
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Il Giappone si prepara a rafforzare ulteriormente le proprie capacità militari. Il Paese asiatico ha infatti presentato una richiesta di bilancio record che segna un nuovo passo nell'allontanamento dalla sua storica postura pacifista. Con una spesa prevista di 8,8 trilioni di yen (circa 60 miliardi di dollari) per il prossimo anno fiscale, Tokyo punta in particolare a triplicare gli investimenti nei droni, considerati strumenti strategici in un contesto regionale sempre più instabile. L'iniziativa nipponica riflette inoltre la crescente percezione di minacce esterne e il rapido mutamento dello scenario di sicurezza nell'Asia-Pacifico.

Il Giappone punta sui droni

Secondo quanto riportato dal Japan Times, il ministero della Difesa giapponese ha dichiarato di voler stanziare ingenti risorse militari per l'anno fiscale 2026, in aumento del 4,4% rispetto alla richiesta iniziale record di 8,5 trilioni di yen dell'anno scorso. Il budget in questione è il quarto di un piano di spesa quinquennale di circa 43 trilioni di yen volto a far avvicinare il Giappone all'obiettivo di spendere il 2% del prodotto interno lordo per la Difesa entro il 2027.

La richiesta più importante di quest'anno coincide con un piano da 128,7 miliardi di yen per costruire un sistema di difesa costiera multistrato che copra aria, mare e terra, che incorpori mezzi senza pilota e capacità di difesa a distanza rafforzate per attaccare da fuori dalla portata del nemico. Il cosiddetto sistema di droni SHIELD (Synchronized, Hybrid, Integrated and Enhanced Littoral Defense), che impiega un gran numero di "veicoli aerei, di superficie e sottomarini senza pilota a basso costo" per scopi sia di ricognizione che di attacco, dovrebbe essere messo in atto entro la fine dell'anno fiscale 2027.

"Come si è visto in recenti conflitti come quello in Ucraina, le tattiche che coinvolgono mezzi senza pilota stanno diventando prevalenti", ha spiegato un funzionario del ministero della Difesa di Tokyo. "Riconoscendo questa come una priorità urgente, il Giappone deve rapidamente stabilire una strategia difensiva asimmetrica e multistrato. Questo obiettivo sarà raggiunto sfruttando non solo i mezzi con pilota, ma anche i mezzi senza pilota economici e prodotti in serie, e combinandoli efficacemente", ha quindi aggiunto l'alto funzionario.

Tokyo stringe i muscoli

Anche le capacità di contrattacco del Giappone riceveranno un notevole impulso, con una richiesta complessiva di 1,25 trilioni di yen per armi stand-off, inclusi 180 miliardi di yen per una versione migliorata e a lungo raggio del missile antinave lanciato da terra Type 12 di produzione nazionale. L'installazione di queste armi in Giappone è prevista per iniziare prima della conclusione dell'attuale anno fiscale, alla fine del prossimo marzo. Sono stati richiesti anche più di 30 miliardi di yen per l'acquisizione di missili ipersonici, in grado di viaggiare almeno cinque volte la velocità del suono, e 74 miliardi per lo sviluppo delle armi, con l'obiettivo di avviare la produzione nell'anno fiscale 2026.

Queste capacità consentiranno teoricamente al Giappone di colpire basi nemiche lontane e altri siti, anche se il governo si è concentrato sugli effetti deterrenti di queste armi. Sia i sistemi di droni che i missili stand-off sono particolarmente importanti per la deterrenza e la difesa delle remote isole sud-occidentali della prefettura di Okinawa, comprese quelle vicine alla democratica Taiwan.

I funzionari giapponesi hanno definito i droni "rivoluzionari", a dimostrazione del fatto che l'apparato di difesa del Paese è ben consapevole di come stiano trasformando la guerra, motivo per cui Tokyo sta pianificando di dare ai sistemi senza pilota un ruolo sproporzionato nelle Forze di autodifesa il più rapidamente possibile.

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